Ieri pomeriggio, in una giornata di pioggia ci siamo recati in visita a Cascina Casalina. Appena giunti, chi armato di ombrello e stivali e chi no, guidati da Giuseppe Oglio ci siamo avventurati per i campi della cascina. Un vero e proprio viaggio per la quantità, la qualità e la bellezza delle cose viste e delle storie ascoltate. Anzichè cercare di riassumere molte ore intense, vi racconto solo una microstoria emblematica che spero sia di stimolo a tutti per approfondire i temi in essa contenuti.
Questo è un campo di mais coltivato con tecniche tradizionali e non appartenente alla cascina. Vista la gran pioggia sono cresciuti a dismisura le erbacce. Ci sono due opzioni o mettere una quantità altissima di diserbante, opzione probabilmente tardiva, o lasciare crescere il tutto senza intervenire. In entrambi i casi la scelta darà risultati deludenti visto che quel mais, creato per crescere in condizioni speciali, non ha capacità di combattere la situazione avversa e il risultato di qualsiasi azione inciderà sia sulla quantità che la qualità del prodotto. Insomma le erbacce lo sommergeranno.
Questo invece è un campo di Cascina Casalina. Sì è un campo di grano precisamente di tipo Senatore Cappelli. Balza subito all’occhio la differenza con l’immagine precedente. Qui le erbacce la fanno da padrone ma guardate attentamente, ingrandite l’immagine e scoprirete che crescono insieme spighe, piselli e camomilla. Al di là del profumo l’esperienza visiva è incredibile.
Comunque il campo successivo peggiora lo stato di cose. Olfatto e vista non sanno più su che cosa fermarsi. Tenete conto che è una giornata di pioggia e i colori ne soffrono. Vi sembrerà strano ma è ancora un campo di grano e se vi sorge la domanda ma che cosa raccoglierò grano o fiori?
Grano e che grano. E’ così pregiato che sono passati dei giapponesi e hanno comprato tutto il campo che verrà spedito a Kyoto, dopo opportuna trasformazione in pasta. Si perché il grano qui è forte e gode della presenza delle altre “erbacce” e la simbiosi genera un sintesi perfetta senza alcun diserbante, fertilizzante, combustibile agricolo ecc.. ecc..
Anche se non siete giapponesi avete il diritto di acquistarli nella quantità che vi è più confacente, ricordandovi dei fiori, dei piselli, della camomilla, dei colori e degli odori che l’hanno aiutato a crescere. Chiaramente vi siete già dimenticati del povero mais con i sui diserbarti, fertilizzanti, fanghi e chissà quali altre diavolerie.
Daniela Rigato
Articolo non interessante… di più!
È possibile contattare i titolari di questa cascina? La pagina web cui vengo collegata è inattiva purtroppo…
Grazie infinite, cordiali saluti,
Daniela Rigato
marcog
Se fa qualche find in google trova il numero di telefono. Provi con quello. Se non ci riesce dovrei tornare da loro a breve e le faccio sapere.