Londra, 28 lug. – Malgrado costi ancora 250.000 sterline (290.000 euro) la risposta alla fame nel mondo e alla salvaguardia dell’ambiente e’ in un hamburger realizzato grazie alle cellule staminali di un mucca sviluppate in vitro fino ad ottenere i 150 grammi di manzo, ‘sintetici’ ma indistinguibili dagli originali. E’ quanto rivela il quotidiano britannico Indipendente on Sunday sottolineando come la cosiddetta carne sintetica potrà rispondere alle crescenti richieste di carne delle popolazioni in via di sviluppo (basti pensare alla domanda crescente in Cina), al momento soddisfatti dagli allevamenti di bestiame che hanno un impatto estremamente pesante sul clima. [continua].

Quello di sopra è l’articolo che abbiamo riportato, uscito il 29/7/2013 ma se guardate l’immagine successiva vedrete che fa riferimento ad un altro articolo comparso su Repubblica il 1/9/2011. A due anni di distanza l’unica vera differenza è che l’hamburger in questione è passato dallo stato di artificiale e quello di sintetico. Niente di nuovo direte voi. Concordiamo.

Ogni chilo di carne tradizionale richiede tra 4 e 10 chili di mangimi, che a loro volta richiedono acqua, fertilizzanti e pesticidi per essere prodotti, oltre ai carburanti per trattori e macchine agricole. Per dare un’idea al momento il 30% della superficie terrestre coltivata e’ impiegata per ottenere mangimi per animali e solo il 4% per colture vegetali per il diretto consumo umano. La carne ‘sintetica’, invece, richiede il 99% in meno della terra di quella usata per alimentare il bestiame, tra l’82 ed il 96% di acqua in meno, e genera tra il 78 ed il 95% di gas serra in meno: basti pensare che il metano che si sviluppa naturalmente nei processi digestivi dei bovini e’ 20 volte più dannoso dell’anidride carbonica dei motori a scoppio e di ogni processo di combustione.
Il bestiame allevato tradizionalmente secondo una ricerca dell’università di Oxford produce anzi più gas serra di tutto l’intero sistema di trasporti mondiale. In particolare genera il 39% del metano, il 5% di anidride carbonica e il 40% dell’ossido di azoto. La, al momento, costosissima ‘polpetta di carne’ e’ formata da 3.000 strisce di carne sintetica, ognuna grande quanto un chicco di riso, sviluppate dalle staminali di un bovino e coltivate in vitro in laboratorio. [continua]
Come vi sentite a leggere oggi una notizia di due anni fa? Se è riaffiorata anche in un video è sicuramente tornata di attualità, ma il fatto che non è nuova, vi lascia l’amaro in bocca o vi lascia del tutto indifferenti? Per voi è più importante conoscere elementi nuovi a proposito dell’inquinamento provocato dall’allevamento di animali o sapere che questo evento è avvenuto proprio oggi? Magari per questa informazione il tempo potrebbe non essere importante, ma avrebbe senso conoscere tra due anni il deragliamento del treno a Santiago di Compostela o l’incidente del pullman in Iripinia?
Sono sicuro che la prima risposta che vi darete “ma questa è Internet, l’informazione fatta dal basso” e tenderete a giustificarlo. Sono d’accordo, anch’io farei lo stesso, ma l’importante è saperlo. Importante è essere consapevoli che quello che per noi è credibile è strettamente connesso alle caratteristiche degli strumenti che usiamo per informarci.
Ma se dopo avere scoperto il trucco, soprattutto per una cosa importante come il cibo vi venisse in mente: va bene l’informazione dal basso, ma vorrei che questa fosse fatta così e così, vorrei che … allora sarete pronti a darci una mano per costruire la nostra rete del cibo: Ciboprossimo. Noi abbiamo fatto esattamente lo stesso percorso.