Brianza, Venerdi di fine luglio, primo pomeriggio, trentacinque gradi: in mezzo a un deserto di capannoni un cartello che promette refrigerio, tra qualche ora.
Sono al birrifico Hibu con Gianluca che sta raccontando l’avventura partita anni fa da un kit birra, e proseguita facendosi produrre 10,000 litri di birra il primo anno, 2006, da un birrificio amico. “Pensavamo di fare questa attività nel tempo libero” dice Gianluca “in realtà da semplice passione è diventato un lavoro che ci impegna tutto il tempo disponibile”. Quest’anno i litri saranno 180.000, infatti ne escono 1000 al giorno, quasi tutti i giorni, da un impianto nuovissimo, di proprietà, che ora produce anche per altre brew firm.
Raimondo, il mastro birraio, utilizza come base malto pils proveniente dalla Basilicata, e malti provenienti da Germania e Belgio per dare struttura e aromi diversi alle sei ale annuali ad alta fermentazione, che costituiscono l’ossatura della produzione Hibu.
A queste si aggiungono birre stagionali e speciali, oltre ad un migliaio di litri affinati in barriques, usate precedentamente per amarone e sforzato, con l’aggiunta di frutta; da quest’anno anche le ciliegie per ottenere una birra in stile kriek.
L’assenza di pastorizzazione e la rifermentazione in bottiglia inducono una evoluzione continua nel gusto delle birre Hibu che, nel caso di quelle con tenore alcolico più elevato, possono essere consumate anche a distanza di quattro anni dall’imbottigliamento, con gusti e aromi differenti dalle bottiglie più recenti.
Credo che più delle parole valga bersi un bicchiere di Entropia o di Gotha e assaporarne profumo, anche le birre profumano, talvolta, e sapore, per ritrovarci la passione che Gianluca, Raimondo e Lorenzo ci hanno messo. Per cui prendete l’auto, solo perchè dovete caricare la birra, andate a Bernareggio e dite che vi manda Ciboprossimo.