Minima Ruralia a Biofera

Domenica abbiamo passato molte ore a Biofera e il clima, quello atmosferico ha fatto qualche goccia, era veramente piacevole. Abbiamo rincontrato i nostri amici di Cascina Casalina e BioAndFood. Non lo sapevamo che erano lì entrambi ma giusto qualche giorno fa accennavamo al fatto che sarebbe bello il fare preparare la pasta a Rafael con le farine di Giuseppe Oglio.

Come fanno Le Farine a Cascina Casalina

Abbiamo visto tante altre esperienze e incontrato altri amici ma come non mettere in primo piano i pomodori rossi, gialli, bianchi  e le passate di Civiltà Contadina? Erano uno spettacolo a cui le parole potevano aggiungere poco.

I Pomodori di Civiltà Contadina alla Biofera

Partendo dai pomodori, per chi frequenta la nostra pagina sa che ne avevamo parlato giusto ieri, abbiamo rincontrato, “Minima Ruralia” e crediamo che non sia un caso che del libro i seed savers abbiamo messo in evidenza queste parole:

Ragionando sulle parole disincarnate del nuovo marketing dei prodotti e del territorio, quelle parole che qualche volta vestono il nulla, penso alle risorse spese ogni giorno per progettisti, studiosi e consulenti che, in nome dell’agricoltura locale, della biodiversità e del recupero delle terre marginali, trasformano il denaro pubblico in progetti che spesso non sono altro che esercitazioni letterarie, carta. E, pensando ai tanti progetti vuoti che ho incontrato e ai loro committenti, propongo una semplice verifica per sapere quanto quei progetti pesano sulla bilancia della realtà.
In un giorno d’inverno, nel tardo pomeriggio, all’ora del tramonto, sali in alto, in costa, dove puoi guardare dentro una valle i suoi paesi. E quando il sole si è infilato nell’orizzonte conta le luci che si accendono una dopo l’altra, e continua a contarle fino a un’ora dopo il tramonto.

  • Piancasale, 14 case, una luce; 
  • Fontanafredda, 11 case, 3 luci; 
  • Lònesi, 21 case, quattro luci; 
  • Sulmolino, 13 case, nessuna luce. 

La luce e il fumo dal camino tradiscono la presenza degli abitanti. Abitanti, non residenti: risiede chi è iscritto in un registro: può esserci o non esserci, e a volte ci risiede solo per pagare meno imposte o per altri inganni; ma abita chi tiene accesa la luce durante l’inverno.
Piani, progetti, interventi. Sono certo che sulla montagna negli ultimi venti anni sono stati più i consulenti dei contadini. Tutti pronti a valorizzare, a promuovere il territorio, i suoi prodotti, la sua cultura, il paesaggio, le vocazioni … forse, sopra ogni cosa, il loro interesse professionale e il credito politico di chi li sostiene e con le loro parole e le loro carte si veste in pubblico.
Poi terminati i progetti, pagati i consulenti risali quella costa e ricomincia a contare.Io l’ho fatto:

  • Piancasale, 14 case, nessuna luce; 
  • Fontanafredda, 11 case, 2 luci; 
  • Lònesi, 21 case, una luce; 
  • Sulmolino, 10 case (3 nel frattempo sono crollate), nessuna luce.

Ecco, questo potrebbe essere un metodo per misurare la validità delle proposte e delle azioni degli enti che dicono di volere valorizzare e promuovere la montagna: dopo alcuni anni, una sera d’inverno, si sale in alto e si contano le luci. Ce n’è qualcuna in più? Anche una sola?

Ci piacerebbe che Ciboprossimo fosse valutato con questo Metodo.


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