Come dovrebbe arrivare nei nostri piatti il cibo locale?

Zucca Cascina Ronco

Gli agricoltori passano troppo tempo alla guida dei camion e non dei trattori

Hai mai dovuto prendere l’autobus per la scuola? Io l’ho fatto, supponendo che mi fossi svegliato in tempo per prenderlo. E se anche tu dovessi fare come me, allora probabilmente dovrai aspettare fuori ad una fermata dell’autobus con gli altri ragazzi della tua zona. Si tratta di una soluzione apparentemente ovvia per risolvere l’annoso problema di avere le cose dove abbiamo bisogno che siano (in questo caso, gli alunni assonnati), ed è una situazione analoga a uno dei più grandi problemi che affliggono lo sviluppo di sistemi alimentari locali oggi. Prestatemi un attimo di attenzione.

Fermate degli autobus, hub alimentari e massificazione

La ragione per cui si doveva aspettare l’autobus con i vostri coetanei è perché camminare per pochi isolati fino alla fermata piuttosto che aspettare all’interno della vostra casa creava un enorme miglioramento in termini di efficienza. Improvvisamente l’autobus aveva bisogno di fare una sola fermata invece di sette.

Questo è lo stesso tipo di idea degli hub alimentari locali. L’obiettivo è quello di creare un sistema che migliora l’efficienza aumentando la massa (aggregando i prodotti da più aziende agricole), perché la distribuzione su piccola scala non è efficace dal punto dei vista dei costi  o eco-friendly. Se pensi che una dozzina di agricoltori che si recano ad un mercato distante 100 miglia inquinino meno di un 18-wheeler  che attraversa il paese potresti rimanere sorpreso.

Cool Kids, CSA e il problema del commesso viaggiatore

Quando hai raggiunto l’età per prendere la patente, magari hai iniziato ad andare a scuola in macchina. Probabilmente un sacco di amici hanno iniziato a chiederti un passaggio, ed è allora che hai dovuto affrontare il problema del commesso viaggiatore. Chi prendere (o lasciare) per primo? Quale ordine seguire?

E’ la stessa sfida che devono affrontare i distributori (alcuni dei quali potrebbero essere agricoltori). Dopo che hanno generato massa sufficiente, hanno bisogno di capire come possono più efficacemente distribuire i loro prodotti. Sembra un compito semplice in superficie, ma ci sono un sacco di considerazioni da fare:

  • Distanza – Quanto è lontano l’hub del contadino dai suoi clienti?
  • Volume – Quanto prodotto hanno bisogno i suoi clienti ? Sono grandi o piccoli ordini? E quanti ordini ci sono?
  • Timing – Quando i suoi clienti hanno bisogno i loro ordini? Saranno presenti ad accettare il loro ordine? C’è un intervallo di tempo con la disponibilità del cliente?
  • Deperibilità – i prodotti devono essere conservati secondo i dettami della catena del freddo? I prodotti sono facilmente comprimibili o hanno bisogno di essere maneggiati con cura?
  • Modalità – Che modo o modi di trasporto verrà utilizzato?
  • Identità – L’identità dei prodotti della fattoria verrà conservata o diventeranno indistinguibili?

A nessuna di queste domande è particolarmente difficile rispondere, prese una per unala. Ma quando vengono considerate contemporaneamente, per centinaia di clienti con diverse esigenze, allora diventa esponenzialmente più complessa. E la soluzione sembra essere in contrasto con l’aspetto per il quale la maggior parte delle persone ama il cibo locale: un legame personale. Tale connessione si perde con l’aumentare dei numeri, ma fare analisi di scala per fornire cibo locale in modo efficiente  è necessario o no?

Come possiamo aiutare i coltivatori locali a distribuire i loro prodotti in modo più efficiente far senza perdere quel legame personale così importante? Local Orbit, con sede in Michigan, ha collegato gli acquirenti all’ingrosso direttamente con le aziende agricole. Good Eggs messo degli hub su entrambe le coste collegando gli agricoltori e gli artigiani direttamente con i clienti locali. E Every Last Morsel sta cercando di aiutare le persone come te e me fare la spesa direttamente dal cortile di casa del tuo vicino.

Non è quindi un’utopia avere il meglio dei due mondi? Provate a declinare le domande che si pone l’articolista americano avendo davanti la zucca di Cascina Ronco che ho incontrato domenica scorsa!


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