L’azienda Agricola dei fratelli Ponzin rappresenta l’esempio di un percorso che ci auguriamo sempre più produttori riescano ad intraprendere. E’ a Bregnano, dove la provincia di Como confina con quella di Milano, in un territorio senza particolare vocazione alla produzione alimentare, eppure, dieci anni fa, hanno deciso di cambiare strada, da conferitori di latte alla centrale sono diventati produttori.
E’ Giuliano a spingere in quella direzione, dopo avere frequentato un corso di caseificazione “Eravamo stanchi di vendere latte un prezzo che non potevamo mai discutere, volevamo la libertà di fare dei prodotti nostri, vedere il risultato del nostro lavoro, entrare in contatto con chi avrebbe comprato e messo nel piatto i nostri formaggi, anche a costo di prenderci dei rischi abbandonando una sicurezza solo apparente.”
I 20 ettari dell’azienda, nel parco del Lura, forniscono il foraggio per le bovine da latte, tanto che l’azienda l’anno scorso ha ottenuto la certificazione biologica sia per il latte che per il fieno. I formaggi che escono dal laboratorio sono tutti ottenuti dalla lavorazione quotidiana del latte crudo, con una gamma che spazia dai freschi, “caprini” e primo sale,
alle paste filate, alle scamorze e stagionati.
Giuliano e la sorella Miriam, che lo affianca nella produzione casearia, hanno scelto di produrre formaggi di uso quotidiano, per offrirli prezzi accessibili, ma di qualità, grazie alle caratteristiche del latte utilizzato interamente prodotto dalle bovine dell’azienda, e tutti certificati bio.
Il latte e il siero in eccesso vengono utilizzati per completare la dieta degli animali, vengono allevati anche alcuni capi da carne. Inoltre il siero serve per l’alimentazione di alcuni maiali che forniscono la materia prima per insaccati prodotti in collaborazione con un macello locale.
L’azienda partecipa regolarmente al Mercato della Terra di Milano, al mercato contadino di Saronno e al mercato di Rebbio, a Como.
Quindi un’azienda per gran parte a ciclo chiuso, con prodotti di buona qualità, che dimostra come, anche in assenza di disciplinari e denominazioni particolari, con le buone pratiche si riescano ad ottenere prodotti di qualità e si contribuisca ad alzare il livello medio dell’offerta per noi consumatori.