Si, ho deciso di raccogliere le olive lo stesso

Che tutto in Italia stia andando a rotoli me ne sono ampiamente accorto ma, come in una sorta di ottundimento, l’ho accettato per tutte quelle cose naturalmente legate allo specifico della mia professione. L’ho vissuto come tutti nell’aumentare delle cartelle da pagare e lo vivo un giorno si e uno no, sperimentando sulla mia pelle cosa comporta la diminuzione dei servizi essenziali alla persona. Ma a tutto questo ero abituato. Adesso è molto più dura ma, visto che appartiene all’ambito dell’ineludibile, faccio come tutti e mi barcamenerò finché potrò. Immerso in questa quotidianità non esaltante non mi sono quasi reso conto del passare delle stagioni ma puntuale è arrivato il momento di raccogliere le olive. Oh finalmente una buona notizia: potrò assaporare quell’olio stupendo che l’anno scorso non ho assolutamente visto a causa della pessime condizioni climatiche. Tutto contento, non essendo io contadino telefono al “Mario” e gli chiedo quando può organizzare la raccolta e quello stesso giorno chiamo il frantoio, si quello dove dopo molte ricerche mi ha spremuto l’olio come dicevo io. Risultato? Il 2013 ha intaccato una delle cose a cui tenevo di più! Quello che l’anno scorso ha fatto il tempo quest’anno l’ha fatto la crisi. Non potrò raccogliere e quindi spremere in cambio di una parte del raccolto, ma devo pagare in denaro sia la manodopera che la spremitura. Il mercato è così in crisi che non accettano più il pagamento in natura dato che a loro volta non riuscirebbero a monetizzarlo. Che fare? Come avrete intuito i soldi per fare anche questo proprio non li ho!

 

E’ stata una botta. Potevo approfondire, vedere se c’erano altre strade. Magari un’altro frantoio era possibile, ma un’altro “Mario” proprio no. Ci conosciamo da una vita e se mi ha detto così è così. E poi volevo quell’olio lì non un altro prodotto. “Architetto lasci le olive sull’albero e vediamo come butta l’anno prossimo”. Non so se ho fatto bene ma a questa ennesima resa ho detto no. “Si ho deciso di raccogliere le olive lo stesso“. Il giorno in cui hanno iniziato a raccogliere, ieri, mi ha telefonato quello che sta scrivendo quest’articolo. Ha preso atto della mia scelta e mi ha detto inizia a fotografare tutto quello che puoi, si anche gli ulivi ormai senza olive e vediamo che cosa si può fare. Eccoci qui. Gli diamo una mano a quell’incosciente o lo lasciamo da solo a combattere per un olio veramente stupendo? Ma cosa c’è dietro a quell’olio?


5 Comments

ciao, avresti bisogno di vendere il tuo olio prima della raccolta delle tue olive, come capita anche a me di rimanere senza soldi all’inizio della primavera, prima del periodo di raccolta del miele. Vorrei quindi acquistare il tuo olio per la fiducia che dovrebbe legare i produttori con i nuovi consumatori. Mauro Veca

Caro Mauro hai perfettamente ragione in entrambe le affermazioni ma a differenza tua l’olio, che è stupendo, non è mai stato la sua fonte di reddito e lo testimonia il fatto che il mio amico non è un contadino ma uno che si è occupato sempre per motivi scientifici di territorio e paesaggio. E’ un caso limite e in quanto tale esemplare dove una tradizione economica viene risucchiata da un’altra sia che tu raccolga o che tu non raccolga l’olio. Anzi, se non lo raccogli è forse peggio perché oltre a sparire qualcosa di eccezionale dovresti pagare lo stesso per un qualsiasi olio di Esselunga. E non è un problema neanche gestibile in ambito di Economia Solidale visto che non essendo un contadino non può instaurare quei tipi di rapporto. Che ne dici?

Ciao, molto interessante e tutta la mia solidarietà. Ma non capisco: alla fine hai deciso di raccogliere lo stesso. E poi? Da dove saltano fuori i soldi per la spremitura?

Se gli alberi non sono coltivati (potature basse, ecc) per chi raccoglie le olive in cambio d’olio è sempre più dura. Si perde un sacco di tempo a tirare giù le olive e poi si vende lìolio a un prezzo da…esselunga…impossibile!! il mercato dell’olio deve capire che il prezzo del vero olio d’oliva non può stare sotto le 15 euro/lt. Se il mercato dell’olio non fosse invaso da schifezze da 3 eu/lt, non ci sarebbero problemi a raccogliere in cambio di olio, e non ci sarebbero problemi per noi piccoli produttori che ogni hanno annaspiamo come pazzi sugli alberi per pagarci appena le spese per le settimane della raccolta (non parliomo di tutto il resto…potature, concime,ecc)

Non riesco a capire, perchè non si possa mantenere la cultura della raccolta delle olive,come si faceva una volta, pagando in olio di una qualità preziosa e metterlo a disposizione di chi ti da
una mano a raccogliere le olive, dando la possibilità anche a studenti e pensionati di avere un
alimento prezioso in cambio dell’aiuto fornito e di fare l’esperienza di una collaborazione
unica.
Io il mio olio lo vendo tutto,mi costa meno la ditta con un gruppo di marocchini, che il gruppo
di pensionati che pago in olio.
Ma è giusto levare ad una regione il gusto ed il piacere di un prodotto genuino come l’olio
di oliva estravergine e della raccolto in campagna e costringere ad acquistarlo al supermercato?

Avete mai letto la lista delle registrazioni SIAN in fatto di olio di Oliva? Quali olive e di che
provenienza possono far parte dell’olio dichiarato?
Siamo lontanissimi dalla cultura dell’olio onestamente prodotto nelle nostre campagne
e condiviso anche con quelli che non hanno la proprietà della pianta d’olivo.
E`un grande impoverimento di cultura.
Certo per il periodo della raccolta sarebbe bene fare un’assicurazione infortuni,ma poter pagare in olio

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