Vi ricordate del libro sul Design Sistemico? Non crederete mica che me lo hanno consegnato da solo! Insieme c’era anche il libro Farming The City.
Visto che è impossibile leggerlo prescindendo dal loro omonimo progetto, ho spesso guardato il loro sito da cui oggi, non potendo resistere, ho tradotto questo intervento a proposito del prototipare un Food Council per la città di Amsterdam. Lasciandovi alla loro descrizione sorge spontanea la domanda: ma sarà possibile, magari guidati da Farming The City, fare qualcosa di analogo anche a Milano? Sognare non costa nulla e se volete veramente morire d’invidia, sempre su loro indicazione, date un occhio a come Toronto affronta la propria agricoltura urbana. Buona lettura.
“Un prototipo è un primo esempio, modello o versione di un prodotto costruito per testare un concetto o un processo o per agire come una cosa da replicare o da cui imparare […] Prototipare serve a fornire le specifiche sia per un vero e proprio sistema piuttosto che per uno teorico”. -Wikipedia-
L’11 dicembre, a Pakhuis de Zwijger è stato predisposto un palco come “prototipo” del food council di Amsterdam. Organizzato da FARMING THE CITY e Platform Eetbaar Amsterdam in collaborazione con Pakhuis de Zwijger, l’obiettivo della serata era quello di esplorare come un food council potrebbe funzionare mostrandone un esempio al lavoro. Prendendo spunto dal disegno industriale, abbiamo adottato il concetto di ‘prototyping’ come nuovo format per l’innovazione sociale.
Venticinque professionisti (qui trovate l’elenco) esperti di diversi settori legati all’alimentazione sono stati invitati a prendere parte a questo esperimento vivente. Seduti intorno ai quattro lati del palco, gli invitati e i commentatori compresa la prima fila, con gli spettatori dietro di loro, tutti insieme formano ciò che può essere chiamato la “quadrupla elica” un’estensione della tradizionale “tripla elica” università-industria-governo che include un quarto elemento: la società.
I food council si possono trovare in diverse città del Nord America e del Regno Unito, ed è anche stato recentemente introdotto nella vicina Rotterdam. Ad Amsterdam il cibo è stato all’ordine del giorno negli ultimi anni, oggi la città è brulicante di iniziative legate all’alimentazione e il comune sta scrivendo una nuova Food Vision. Date queste circostanze, la serata avrebbe dovuto rispondere alla domanda: potrebbe un Food Council rivelarsi prezioso per Amsterdam?
Per saperne di più su ciò che un Food Council è in realtà, cosa fa, e quello che può raggiungere, la serata è stata aperta da una video chiamata con Skype con il signor Wayne Roberts, fondatore del Food Policy Council di Toronto, uno dei primi food council nel mondo. Wayne ha spiegato :
- “L’obiettivo generale di un food council è quello di riunire tutti coloro che sono coinvolti con il cibo, di ogni ceto sociale, e discutere di ciò che è importante” .
- Questo è necessario perché il cibo è come un cubo di Rubik: non è possibile risolvere il puzzle, guardando solo ad un lato. Bisogna lavorare tenendo conto di tutti i lati per arrivare a una soluzione. E questo è esattamente ciò che un food council può fare.
- Inoltre, ( fornendo una visione integrale ) un food council può aiutare un governo locale ad attuare la sua politica alimentare. Secondo Wayne, un food council non è quindi un costo per una città, ma un guadagno.
- Un esempio concreto di ciò che il TFPC ha raggiunto è quello di ridurre i tassi di criminalità in un quartiere sottomesso ad una gang criminale installando orti comunitari .
- Il TFPC si riunisce più volte l’anno, ma Wayne sottolinea che le cose più importanti avvengono tra le riunioni. Il food council funziona come un incubatore – accelera il cambiamento facendo le giuste connessioni .
Dopo l’introduzione da Toronto il food council ha iniziato la proprio riunione. Sotto la guida professionale del moderatore Natasja van den Berg, il Food Council è stato invitato a discutere dei tre temi preselezionati. Ogni tema è basato su indicazioni date in precedenza dai membri professionisti del food del consiglio, introdotte da due selezionati professionisti, e discusso in tre turni di circa mezz’ora ciascuno.
Primo argomento: l’obesità
Il primo tema discusso è stato l’obesità, focalizzandosi soprattutto sui bambini e le comunità a basso reddito. Oggi, ad Amsterdam un bambino su quattro è in sovrappeso, e nelle aree della città con il reddito più basso, solamente un preoccupante 2% dei ragazzi assume una quantità adeguata di frutta e verdura.
Questo segmento è stato aperto da Anouk Gomes di Achmea, una delle principali agenzie di assicurazione sanitaria olandese, e Fred Beekers di Resto van Harte, una organizzazione di volontariato che unisce le persone attraverso il cibo. Mentre l’obesità è un problema complesso che dovrebbe essere affrontato a diversi livelli, tutti nel Food Council hanno concordato che l’istruzione è di vitale importanza. Il problema dovrebbe essere affrontato nelle scuole e negli ospedali. In particolare nelle scuole, è importante iniziare a educare i bambini a partire da un’età molto precoce. Per facilitare l’apprendimento a casa, sia ai bambini che ai genitori bisognerebbe insegnare cosa è il cibo buono e sano, come prepararlo, dove trovarlo e che non deve essere l’opzione più costosa, avendo ben presente che le abitudini dei genitori influenzano molto sull’apprendimento e il comportamento degli adolescenti. Lungo queste linee di pensiero, i bambini dovrebbero anche imparare ad ascoltare il proprio corpo e a non cedere, per esempio, alle opzioni del cibo spazzatura e dei fast-food. Tutti hanno concordato che educare al cibo i bambini ( e ai loro genitori) in modo divertente e accessibile è il metodo più efficace.
Secondo argomento: aumentare educazione e consapevolezza: salute e cucina locale di stagione
Il secondo dibattito costruito a partire dalle preoccupazioni per quanto riguarda l’obesità, si è concentrato su come aumentare l’educazione e la sensibilizzazione in materia di salute e di consumo di piatti locali di stagione. Ancora una volta, la discussione è stata aperta da due membri del Food Council: Samuel Levie, fondatore della Youth Food Movement e imprenditore al Food Cabinet and Brandt & Levie, e Bert Ydema, che ha insegnato presso i “giardini della scuola” per 40 anni prima di fondare la società Urban Green Courts. Diversi problemi sono stati messi sul tavolo:
- L’importanza di partire da una giovanissima età.
- La necessità per i bambini di sperimentare un’intera stagione agricola, piuttosto che andare una volta tanto per aziende agricole.
- La necessità di una cooperazione tra le varie parti e di far diventare l’educazione alimentare parte del curriculum scolastico. ANMEC sta attualmente lavorando su questo, in collaborazione con gli altri.
- L’importanza dell’aspetto sociale del cibo e dell’agricoltura, in quanto le persone sono spesso indirizzate a cambiare individualmente il proprio comportamento, mentre è ben noto che è più difficile lasciare abitudini socialmente riconosciute da tutti. Pertanto la socialità è molto importante per indurre un cambiamento comportamentale.
- I programmi educativi possono essere sostenuti dell’industria alimentare, ma non dovrebbero mai essere ‘posseduti’ da aziende private.
La discussione ha condiviso l’importanza del risvegliare la curiosità nei bambini, che è fondamentale catalizzare tale curiosità in età molto precoce, insegnando non solo il cibo in sé, ma anche come lo si produce, del ruolo dell’agricoltura, ed espellendo paure di (diversi) alimenti. Molti bambini e genitori possono imparare di più su come cucinare e preparare i pasti, e speriamo anche nel produrre cibo. Il massimo sarebbe avere persone che fanno crescere il cibo facendolo diventare un happening sociale, dove la gente è lieta di sporcarsi le mani ed è orgogliosa di farlo insieme.
Terzo argomento: catene alimentari locali e le loro sfide logistiche e commerciali
L’ultimo round di discussione si è concentrata sulle catene alimentari locali, aperto da Erik Fischer, presidente della Verenigde Bedrijven presso il Food Center di Amsterdam e da Piet Ijzendoorn, proprietario della De Zonnehoeve, una delle più antiche fattorie bio-dinamiche nei Paesi Bassi .
Circa 8 agricoltori al giorno rinunciano alla loro attività nei Paesi Bassi, questa è la sconvolgente situazione di oggi. Dobbiamo lavorare, secondo Piet Ijzendoorn, verso un futuro in cui i Paesi Bassi possano produrre abbastanza cibo per tutti i suoi abitanti ed essere ancora in grado di scambiare i prodotti sul mercato internazionale (attualmente i Paesi Bassi sono il secondo più grande paese esportatore al mondo); non dobbiamo diventare dipendenti per il nostro approvvigionamento alimentare dall’industria agro- alimentare. In accordo con il food council, Erik Fischer ha evidenziato la necessità di combinare i flussi alimentari locali e la possibilità di utilizzare i Food Center (mercato all’ingrosso). Le principali questioni che vengono sottoposte al tavolo erano:
- L’eventuale necessità di più hub alimentari come l’FCA ad Amsterdam
- La necessità di un hub come l’FCA in Almere
Concluso il terzo argomento, la serata è continuata con il prof. Han Wiskerke, docente di ‘Foodscapes’ presso l’Accademia di Architettura di Amsterdam. Positivo nei riguardi della serata ha evidenziato la necessità di avere più tempo per esaminare i temi complessi e interessanti in modo più approfondito.
Alla luce del successo delle discussioni della serata, possiamo dire che la prototipazione di un Food Council per la città non era un’idea inutile. Abbiamo imparato che diversi attori e iniziative, pur rappresentando interessi e prospettive diverse, tendono a concordare sull’importanza di creare un luogo (fisico o concettuale) per collegare e condividere proposte per una visione d’insieme a beneficio della città, della sua ricchezza e, soprattutto, della qualità della vita.
Come organizzatori, co-curatori, e co-produttori, abbiamo analizzato il processo di creazione di un nuovo modello di consultazione, e siamo disposti a far fare a questa idea molta strada. La nostra ambizione è quella di sostenere la creazione di un vero e proprio Food Council, che fisserebbe una direzione generale per gli attori locali coinvolti nel settore alimentare. Per fare questo, il processo deve prendere più slancio: dobbiamo coinvolgere grandi aziende, istituzioni più grandi e gli attori più grandi, incorporando l’influente quarta gamba “dell’elica quadrupla”: i cittadini. Non siamo in competizione con il sistema esistente, stiamo solo affrontando i problemi necessari della condizione umana di oggi, nella speranza di fornire l’opportunità di fissare nuovi standard.
Molte grazie a tutti i partecipanti – membri, commentatori e pubblico – per la loro disponibilità e l’impegno a contribuire a questo esperimento! […]
BERTOLA ANTONELLA
Molto interessante!!!!