Il 30 gennaio presso la Cascina Forestina a Cisliano c’è stato un’interessantissimo convegno su “Le Filiere Agroalimentari di Prossimità“. Noi c’eravamo e vorremmo proporvi gli appunti che abbiamo preso, tra una slide e l’altra, e darvi tutti i link ai punti più stimolanti al fine che tutti insieme possiamo fare tesoro dei contenuti di ciascun intervento.
L’intervento di Alessandro Triantafyllidis dottore agronomo, di AIAB Liguria, IFOAM AIAB aveva il titolo “Biodistretto della Val di Vara: percorsi di commercializzazione ed esperienze di rete tra aziende agricole in un ambito territoriale di grande pregio” inizia con l’affermazione che “abbiamo perso il controllo del territorio e ce ne stiamo accorgendo“. Non c’è più controllo del territorio anche perché spariscono gli agricoltori a presidiarlo.
La maglia nera di questa speciale graduatoria l’hanno la Liguria (ISTAT 2010: perse il 37% di aziende agricole in 10 anni ma il peggio è nell’ambito delle aziende zootecniche dove ne spariscono il 52% tra il 2000 e il 2010 ) e il Friuli. I Bio-distretti, che nascono da un idea di Aiab, possono affrontare questo problema perché, anziché cercare di convincere un agricoltore alla volta a proseguire il proprio lavoro, gli costruiscono intorno il contesto perché questo possa succedere, lavorando a livello di distretto.
La Val di Vara la Valle del Biologico nasce molti anni fa. Abbraccia il Bio alla fine degli anni 90 e si sviluppa anche grazie al sostegno dei PSR 2000-2006. E’ in fondo nata dall’alto. L’ha voluta un sindaco di allora, vista anche la vicinanza con il distretto del grana che è proprio dall’altra parte della montagna. Ma senza il sostegno dei PSR, che è venuto palesemente a mancare con il programma 2007-2013, le aree interne, come la Val di Vara, non starebbero in piedi. La zootecnia biologica senza quei fondi poteva chiudere. Ma grazie al marchio bio, il 49% della SAU della Valle è bio certificato, buona parte dalle terre si sono salvate come testimoniano i dati ISTAT che registrano, in quel periodo, una perdita di SAU del 40% per l’entroterra della Liguria contro il 12% della Val di Vara. Il Biodistretto è localizzato nell’alta Val di Vara, la porzione più interna della Provincia della Spezia e comprende i comuni di Varese Ligure, Maissana, Carro, Carrodano, Zignago, Sesta Godano e Rocchetta Vara. Si estende per un territorio contiguo di circa 345 Kmq, con altitudine variabile tra i 120 m e i 1639 m s.l.m e la popolazione residente a dicembre 2009 era di 6.368 abitanti. La regione Liguria è l’unica che ha una legge per riconoscere un Biodistretto e lo riconosce formalmente il 5/4/2013 ma dopo un anno, a causa della litigiosità dei partecipanti, non sono ancora riusciti ad andare da notaio per fare l’associazione.
I produttori portano i loro prodotti in unica sede e una volta o due alla settimana arrivano i cittadini e acquistano come testimoniano la foto dell’esperienza umbra del Gruppo d’aquisto del mercoledì a Perugia, Ferro di Cavallo.
Che dire proprio un bell’intervento. Grazie Alessandro di averci passato dei concetti molto importanti con l’entusiasmo di chi li sta vivendo sulla propria pelle. Aspettando il GODO in Val di Vara non credo che sia una brutta idea guardare che cosa succede nei Bio-distretti del Cilento, Grecanico, Via Amerina e Forre, Greve in Chianti, Chianti Storico, Val di Gresta e delle Valli Valdesi.