Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, sul Corriere della Sera il 6 febbraio scorso, in un intervista dal titolo «Con Expo il protocollo di Milano sul cibo» dichiarava «Partiamo dalla lotta allo spreco. Penso poi ai mercati a chilometro zero: il tema di una migliore distribuzione incide sui costi, che potrebbero risultare più contenuti, incide sulla qualità del cibo e incide sull’ambiente. Ancora: potremmo rafforzare gli orti urbani, coinvolgendo maggiormente i cittadini, le scuole e chiunque fosse interessato. Ma anche una nuova politica negli appalti sulle mense scolastiche, le carceri e gli ospedali per garantire a tutti una alimentazione sana». E per fare tutto questo sosteneva la necessità «di fare rete con altre città per confrontarci e darci degli obiettivi misurabili: in modo tale che con una cadenza biennale, si possa verificare che una città abbia avuto l’avanzamento percentuale previsto rispetto al livello iniziale».
Come potete intuire noi di Ciboprossimo abbiamo avuto un sussulto, visto che il sindaco della città in cui operiamo, dichiarava in un consesso internazionale, la necessità di costruire qualcosa di simile a quello che avremmo mandato in onda da li a due giorni: “Ortofebbraio“. E’ impensabile costruire quanto descritto da Pisapia senza dotare Milano di un Food Council. Ortofebbraio era proprio quello: un Food Council cittadino con il focus su come gli orti urbani di Milano potevano affrontare il tema del cibo, del lavoro e della biodiversità. Per capire come fare, abbiamo tradotto in italiano l’articolo che documentava l’esperienza di Amsterdam e invitato Francesca Miazzo di Farming the City a introdurre la metodica. Tutti gli ortisti milanesi sono stati invitati a documentare la loro esperienza che è stata poi pubblicata sul blog di Sinergie Per L’orto. Tutti questi articoli sono passati sulla nostra pagina. L’8 febbraio la stanza alla Stecca era colma e la riunione si è prolungata molto oltre il programmato perché tutti erano soddisfatti dell’esperienza che stavano vivendo. Ma la soddisfazione più grande, per noi virtuali di Ciboprossimo, è che gli unici invitati con una mail diretta sono stati l’assessore del comune di Milano Chiara Bisconti e quelli a cui avevamo demandato il compito di illustrare gli argomenti Ellen Bermann, Valentina Mutti e Piero Rimoldi.
Maurizio Pallante, Fabio Cremascoli e il circolo della Movimento Decrescita Felice di Milano erano gli ospiti nonché i protagonisti veri dell’avventura visto che erano gli organizzatori. Il convegno è stato dunque organizzato da MDF Milano, Ciboprossimo e dalla nostra carissima amica Marina Rotta. Tutti gli altri che avete incontrato in quella stanza non avendo partecipato ad alcun titolo all’organizzazione ne sono venuti a contatto solo tramite Internet. Magari dalla pagina non si colgono esattamente i numeri del percorso fatto, ma le settimane intorno all’evento hanno avuto più di 30.000 contatti inerenti al discorso Ortofebbraio e il 7 febbraio il blog ha raggiunto 600 persone per totale di oltre 1200 pagine viste. Parecchi hanno percepito il valore che il nostro ruolo ha svolto, tant’è che il discorso è continuato nei giorni successivi, visto che altre organizzazioni hanno inviato il testo da inserire nel blog e a tutti è stato garantito il passaggio sulla pagina. Non è stata posta alcuna barriera all’ingresso e sono stati garantiti a tutti gli ortisti gli stessi diritti.
Le immagini che vedete le ha colte e ce le ha inviate subito dopo l’evento Tommaso Grassi di Coltivando, l’Orto Conviviale del Politecnico di Milano che tramite Davide Fassi secondo me ha fatto la sintesi migliore della giornata. “Gli orti cittadini siano incubatori di biodiversità ospitando la coltivazione di specie rare, aiutino a recuperare le competenze relative alle coltivazioni di tutti quelli che vi partecipano, dagli anziani agli stranieri e infine, rioccupando gli spazi pubblici favoriscano il riavvicinamento dei cittadini alle loro istituzioni“. Nelle foto si vedono gli ortaggi che Ellen Bermann ha proposto per guidare i tempi della riunione. Spero che vi ricordiate le parole di Margarita Teodoro a proposito degli Orti di Pace di Zavalloni e soprattutto che fine ha fatto la carota! So che l’organizzatore, il Movimento della Decrescita Felice di Milano, ha fatto una sintesi organica della giornata a cui rinvio. Come Ciboprossimo, chiedo gentilmente, a tutti quelli che hanno partecipato, se hanno qualche notizia sul proseguimento di questa esperienza perché ci piacerebbe continuare a dare il nostro contributo alla comunicazione. Saremmo curiosi di conoscere se ha avuto qualche impatto sulla città di Milano e anche se minimamente, l’idea di Food Council, da noi sperimentata per la prima volta a Milano, ha fatto breccia in qualche progetto cittadino dando quindi una mano all’idea del nostro sindaco che evidentemente condividiamo pienamente.
Le nostre reti sociali, quelle reali, non sono grandi come quelle virtuali ma sono ormai molto significative. Sempre in spirito di servizio, con l’idea che quella giornata debba produrre altri risultati, dei nostri contatti romani ci hanno segnalato questo documento. Se guardate in calce ci sono le firme di molte realtà che si occupano di orti a Roma. Lo mettiamo a disposizione di tutti perché, guarda caso, parecchie delle considerazioni contenute, fanno seguito o danno risposte a quanto sentito l’8 febbraio a Milano. E’ quasi un passaggio di testimone tra Ortofebbraio e il documento, tra Milano e Roma, quel capoverso che mette tra i compiti dell’amministrazione: “Analisi del suolo e delle acque ad esso connesse propedeutica all’attività orticola da ripetere ogni 5 anni per valutare i livelli di inquinamento, con particolare riferimento all’assimilabilità dei metalli pesanti privilegiando, in ogni caso la salubrità della produzione alimentare orticola per consumi alimentari“. Dall’Ortofebbraio infatti siamo tutti usciti con l’idea che la collaborazione tra cittadini e istituzioni avrebbe reso possibile una soluzione dell’inquinamento dei terreni e all’irrigazione degli stessi.
Non sappiamo se tra le città che il sindaco Pisapia aveva incluso nella lista c’era anche Roma ma a noi piace pensarlo. Sarebbe bellissimo se Milano e Roma condividessero le stesse linee guide sugli orti per produrre cibo e che queste, nate dai loro Food Councils, potessero evolvere in funzione delle verifiche periodiche delle esperienze sul campo!!!!
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