Uno spazio sociale dedicato alle erbe spontanee, un luogo per l’essiccamento delle piante che sia anche una tisaneria, e perché no, una trattoria nella quale mangiare e imparare a cucinare. Ma anche un luogo dove rallentare, programmare escursioni e promuovere ricerca, iniziative culturali, scambio di semi e di saperi, e ancora uno spazio in grado di ospitare un biblioteca, una videoteca, gli “smistamenti” dei Gruppi di acquisto solidale, laboratori di cucito, di cosmesi, di saponi, di medicine e di vernici naturali, tutto grazie alle erbe spontanee. La proposta ha cominciato a diffondersi in diverse regioni: gruppi interessati, che di fatto hanno già avviato alcune “case delle erbe” o si apprestano a farlo, sono già presenti in alcune regioni. In Molise, ad esempio, gruppi sono presenti a Capracotta (Isernia) e a Montagano (Campobasso), in Campania a Santa Croce del Sannio (Benevento) e nel Basso Cilento (Salerno). In Abruzzo a Montesilvano (Pescara) e presso il Bio Agriturismo Campoletizia a Miglianico (Chieti), che in maggio ospiterà la seconda edizione del Festival delle Erbe. NelleMarche, c’è l’Accademia delle erbe spontanee a Monte San Pietrangeli (Fm). InToscana, invece, a Capezzano di Pianore (Lucca) presso la nuova Selvaiana. Al nord, infine, gruppi sono presenti in Liguria a Triora (Imperia) e in Lombardia nella provincia di Como e di Brescia (il giardino di Opi a Manerba del Garda).
Tra coloro che più alimentano questa proposta c’è l’associazione Vivere con cura, nata a Milano, che ha trovato nelle montagne del Molise, a Capracotta (1421 mls), il suo habitat naturale. Negli ultimi due anni sono stati numerosi e partecipati i corsi promossi da Vivere con cura, in particolare da Maria Sonia Baldini, per imparare a riconoscere le erbe spontanee. In Molise è nata una vera scuola all’aperto itinerante (ne parliamo qui, La ribellione fatta in casa, in particolare a proposito dell’ortica) per dimostrare che le erbe spontanee sono nutrienti, gratuite, buone e che il loro utilizzo non si limita al cibo.
Nell’intervista che segue, curata dalla rivista molisane il Bene comune, Antonio D’Andrea racconta come quei corsi si sono moltiplicati in molte località, perché sono al tempo stesso spazi di convivialità, di riscoperta del territorio e di autoformazione collettiva. Da questi gruppi parte dunque la proposta: aprire case delle erbe in molti quartieri e paesi.
Fonte Comune-Info nel quale trovate anche tutte le informazioni del Festival delle Erbe 2014