Nei paesi di montagna spesso raccolgono i loro macchinari agricoli e li mettono qua e là in angoli “pittoreschi”. Qualche volta li riempiono anche di fiori e nei casi più fortunati li raccolgono in locali a cui danno il nome di musei della tradizione sia essa contadina che manifatturiera. Questa è una mia sensazione che so bene essere spesso errata, visto che molte volte non riesco a percepire il lavoro fatto dalla comunità per recuperare le tracce delle sue tradizioni per farle rivivere anche a noi distratti turisti. Mi scuso se molte volte sono passato da ecomusei, anche importanti, non percependoli come tali.
Una ventina di giorni fa, Patrizio Mazzucchelli, passando in un pertugio coperto di Ponte in Valtellina mi ha detto: mi fotografi questo ventilabro, soprattutto il dettaglio in legno dell’ingranaggio perché quelli che abbiamo noi a Teglio sono diversi e mi piacerebbe magari provare questa soluzione tecnica trovata a Ponte.
Ho fatto le foto, senza molta convinzione, come potete vedere voi stessi dalla qualità delle inquadrature e dall’aggiunta del mais, che dava sicuramente maggior “colore” alla raccolta appena fatta. Non sono riuscito a mandarle a Patrizio per una serie di ragioni e stavano cadendo nell’oblio quando 10 giorni mi è passato davanti agli occhi un ventilabro nel cortile di Cascina Casalina. Visto che era vivo, nel senso che lo stavano spostando da una parte all’altra dell’aia per pulire dell’orzo, non mi è assolutamente passato per la testa di fotografarlo. Poi sono partito per la Vall’Isarco e a Chiusa davanti ad un ristorante vicino ad un mulino eccone un altro.
Il giorno dopo a Siusi allo Sciliar, in Val Gardena in una casa di periferia, per rendere attraente un posto per la raccolta differenziata ce ne erano altri due.
Visto che gli ingranaggi erano diversi mi sono ritornate alla mente le parole di Patrizio e mi sono detto: perché Teglio deve imparare solo da Ponte e non magari anche da Chiusa e Siusi?
Come al solito noi vediamo quello che siamo in grado di capire. Noi vediamo quello che vogliamo vedere. Ecco perché è importante che abbiate come me scoperto che cosa sono i ventilabri perché forse tutti insieme, dopo avere letto quest’articolo, potremmo connettere molte informazioni utili rispetto a temi a cui noi di Ciboprossimo teniamo molto. Ad esempio: se prendete una cartina potrete verificare voi stessi che Ponte, Chiusa e Siusi allo Sciliar sono vicini ma non sono Teglio, Barbiano e Fiè allo Sciliar. Come ho documentato ieri, là hanno ripreso la coltivazione dei cereali in montagna, nei posti dove si trovano i ventilabro sono abbastanza sicuro, ma ammetto non ne sono certo, che questo sia avvenuto. Cascina Casalina è un caso a sè: lo stanno ancora usando e sui cereali antichi Giuseppe Oglio ha fatto esperienze importanti.
Insomma le macchine ci dicono dove avvenivano pratiche colturali specifiche: la domanda sorge spontanea perché lì oltre alle macchine non cerchiamo anche le sementi? Perché non proviamo a capire perché è cambiata la produzione agricola? Perché prima producevamo per la comunità locale e adesso produciamo per la comunità globale prodotti che più che agricoli sembrano uscire da catene di montaggio di una fabbrica?
Ma accanto al ventilabro a Chiusa c’erano molte altre tracce del passato. Quelle macchine quale tipologia di produzione sopportavano? Oltre ai cereali in montagna c’erano colture differenti o modelli colturali differenti per quello che attualmente facciamo solo grazie alla chimica? Magari negli ecomusei ci sono già queste risposte ma forse se al posto delle macchine iniziassimo a vedere i prodotti e noi potessimo partecipare comprandoli, forse quei luoghi diventerebbero più attraenti.
Leggete quest’articolo delle Valli Unite intitolato “La vecchia Ballarini non è un pezzo da Museo“. Non abbandoniamo questa macchina ma per farlo dobbiamo tornare a produrre il nostro grano fuori dalle logiche industriali Ma questo articolo ci suggerisce anche un’altra indicazione: le macchine grandi hanno logiche completamente diverse dalle macchine piccole. A Cascina Casalina hanno la loro ventilabro. Farà molto meno ma li rende autonomi.
Qualche consiglio sulla prossima macchina agricola da utilizzare come cartina di tornasole?