Era il primo di aprile quando siamo andati a visitare l’azienda agricola Monvisotta, il tempo era bello e non sospettavamo un’estate così piovosa.
Avevo ricevuto una mail qualche giorno prima Sono un giovane agricoltore e sono in società con un altro ragazzo mio coetaneo (siamo nati nel 1989) e da anni il principale canale di vendita dei nostri prodotti è la vendita diretta al consumatore. Sareste disposti ad ascoltare la nostra storia? Vorremmo confrontarci sulle varie possibilità per garantire trasparenza, fiducia e soprattutto di vivere in modo dignitoso la condizione di piccoli produttori e di consumatori senza farci schiacciare dal mercato globalizzato in mano a pochi grandi distributori.
Michele ci accoglie e ci accompagna a visitare il frutteto in collina. “La nostra idea di agricoltura, e di vita, si basa sul principio che l’innovazione è indispensabile per crescere, ma che senza l’esperienza passata non sarebbe possibile costruire nulla. Per soddisfare a pieno la nostra voglia di rinnovamento antico da anni perseguiamo la strada del recupero di terreni collinari marginaili e di antiche varietà di frutta, come l’albicocca tonda di Costigliole o il ramasin, piccola susina dal sapore dolcissimo.”
In collina si coltivano anche alcune varietà di pesche e nettarine, piccoli frutti e si è avviato il recupero degli antichi alberi di castagno, scendendo a fondovalle andiamo a vedere i meli che rappresentano la produzione principale dell’azienda. Sono di moltissime varietà, parecchie antiche, e parte del raccolto viene trasformato in succo di mela.
“Stiamo cercando di intraprendere collaborazioni per avviare progetti di ricerca” ci dice ancora Michele “e continuiamo ad investire nel punto vendita aziendale in cui commercializziamo tutti i nostri prodotti, perchè la nostra convinzione che ci sia una ncessità estrema di creare una filiera corta che avvicini produttori e consumatori: vogliamo essere degli artigiani della filiera corta”.
L’ultima domanda è sul perchè di questa scelta di tornare a fare l’agricoltore “Abbiamo voluto provarci perchè siamo nati qui, perchè queste piante raccontano la storia delle nostre famiglie, perchè fare l’agricoltore non è un semplice mestiere se lo fai con il cuore, perchè la natura ti chiama e le antiche case dismesse, gli antichi boschi lasciati in balìa di sè stessi hanno ancora molto da dire se aiutati a ritrovare l’armonia di un tempo.”