La Campagna va in Città

Quantomais è un’opera provvisoria e inaspettata che disegna una nuova geometria urbana in un luogo definito e radicato nell’immaginario collettivo, oggi porta d’accesso a Expo 2015.

Si ispira al tema della manifestazione “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” e si impone all’attenzione di cittadini e visitatori per significato e spettacolarità. Suscita stupore e straniamento, sovverte il punto di vista, promuove una diversa percezione degli spazi urbani in cui vivono e si incontrano le persone. È un passaggio agricolo che trasforma luoghi e abitudini in una nuova esperienza da condividere: uno spazio vivo in cui si alternano incontri, momenti artistici, appuntamenti e piccoli rituali che accompagnano sottovoce cittadini e passanti. Per tutto il mese di agosto. [Segue…]

E’ stata la lettura di quell’articolo su Domus che mi ha spinto a prendere il metrò ed andare a visitare l’Expo Gate. Che dire? Expo ha portato la campagna in città, o meglio come dice la didascalia è arrivato “uno spazio verde e ospitale per la città, un luogo da coltivare in più sensi. Un collettore di socialità e cultura“. Non avevo mai visto uno spazio verde così pieno di pannocchie. Gli unici spazi simili che ho incontrato, sono i campi e quando vi entro l’unica domanda che mi faccio è sulla qualità del mais. L’unico senso che riesco a coltivare quando lo vedo è sempre riferito al metodo agricolo utilizzato per tirarlo su. Il fatto che a nessuna delle domande, che mi sono posto, sia stata data risposta, sottolinea che l’installazione è stata fatta con altri fini. L’incontro tra città e campagna proposto, vuole stimolare altre sensazioni e domande.  Expo è un’occasione per parlare dei temi agricoli e sono molto contento che si sia deciso che il portare fisicamente la campagna in città sarebbe stato un buon modo per concettualizzare il tema.. Potremo discutere a lungo se l’approccio è corretto, ma per me l’importante è che il tema sia posto e che sia stata scelta una strada che implichi la fisicità del contatto e un uso differente dei luoghi.

Qua a Milano è appena accaduto, ma a Caselle In Pittari l’idea di creare un luogo dove gli abitanti di un centro abitato possono riavvicinarsi alla campagna è venuta più di 10 anni fa.

Un campo con la città sullo sfondo, è stato coltivato e vi hanno seminato i grani che anticamente il paese utilizzava. Quello che a Milano lo fa il corpo del Castello qui lo fa città tutta, ma la similitudine finisce qui. Se a Milano un luogo così ha evocato dei tornei ping pong qui, a Caselle, ha stimolato il ripristino del palio cittadino facendolo diventare un Palio del Grano. Le storiche contrade si incontrano tagliando il campo di grano e adesso vince chi per primo lo accatasta in modo corretto. Una volta veniva premiato chi falciava meglio, adesso chi arriva prima, ma da quando è stato introdotta la seconda modalità la festa è diventata più viva e la relazione con un mondo che stava per sparire, è diventata più forte. La gara è diventata  occasione di incontro tra paesi vicini. Chiaramente questo evento si ripete ad ogni mietitura e non è solo un’occasione come a Milano. Tutto il lavoro fatto sul recupero di specie antiche di cereali e sul recupero di tecniche tradizionali del lavoro contadino ha stimolato l’idea di fare precedere l’evento da una settimana in cui invitare persone esterne a ragionare su questi temi. Quest’anno l’idea era di costruire una Magna Carta della Ruralità e le giornate spese per elaborarla sono state particolarmente intense.

Se a Caselle e a Milano il luogo l’hanno dovuto creare, a Cuccaro Vetere hanno solo cambiato la destinazione d’uso della piazza principale per una serata. La Cooperativa Castagne del Cilento, per festeggiare il rinnovo dei suo organi collegiali, ha invitato la cittadinanza a consumare le pastorelle nella piazza principale della cittadina. Qui lo spazio si è riempito di attività molto innovative legate alle castagne come il riuso dei ricci per creare nuovi vestiti o il tentativo di fare dei cesti con parti del castagno. Il tutto è possibile perché si è lavorato in modo intelligente per lottare contro in cinipide. Se a Milano il percorso è appena iniziato, se a Caselle la teorizzazione di questi temi ha raggiunto un livello veramente interessante, qui a Cuccaro Vetere la campagna ha occupato la città con quello che sta facendo e la città non ha dovuto metabolizzarla visto che ne era parte integrante.

L’installazione all’Expo Gate a Milano ha il pregio di fare entrare la campagna in città fisicamente, dandoci l’opportunità di ragionare su questi temi, non in astratto, ma camminandoci in mezzo. Io l’ho fatto e quelle alte spighe di mais verde non sono riuscite a trasmettermi altro che asetticità.  Mi è sembrato strano che la prima rappresentazione rurale in città fosse così geometrica. Mentre ero lì mi sono subito venute in mente le proteste delle persone su Facebook, quando ho fatto vedere le foto dei morsi sui nasi di quei magnifici buoi. A Caselle riuscirebbero a immaginare la battitura del grano “tradizionale” fatta in modo diverso? A Cuccaro Vetere quando ho chiesto perché c’era un banchetto con soli limoni, il mio amico Antonio si è messo a ridere e subito hanno completato il quadro tirando fuori la testa. L’ho fotografata domandandomi se mai sarei riuscito ad utilizzarla, visto che i molti vegani che ci seguono giustamente non gradiscono nemmeno che si parli troppo anche solo dei formaggi.

Insomma che dire: andatevi a godere le pannocchie che coprono il Castello e magari anche in voi sorgeranno spontanee, nuove interpretazioni delle realtà rurali che frequentate, dando in fondo un senso allo strano campo di mais che troneggia in centro a Milano. Più che qualcosa di finito potremmo utilizzarlo come un prototipo per imparare a guardare con occhio critico le future installazioni che nei padiglioni di Expo ci faranno sperimentare i grandi temi del cibo, ma sono sicuro che, quelli che stanno vivendo esperienze agricole reali, potranno trarre grosso beneficio dal confrontare i modi con cui si esprimono con quanto verrà proposto nella prossima Esposizione Universale.


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