Un Piano delle Successioni “Biologico”

Ero comodamente seduto in salotto quando Patrizio entra, mi mostra una spiga, e mi dice: ti ricordi il solina di Franco?

Certo, lo stavi seminando poco prima che iniziasse la primavera ed eravate molto soddisfatti di provare come un grano abruzzese ad alta resa si comportasse nella tua cara Valtellina. Effettivamente, risponde Patrizio, fino a qualche giorno fa temevamo per l’esperimento, anche per il clima pessimo, ma da un paio di settimane è partito ed ecco cosa ha prodotto. E’ stupendo!!! Ho preso la spiga e ho iniziato a fotografarla, è quella verde, e subito Patrizio continua: certo che però è un grosso problema. Non capendo cerco di approfondire. Siamo al 17 di agosto, non essendo ancora pronto, non posso raccoglierlo e così mi salta tutto l’avvicendamento con il grano saraceno. Gli orzi, il frumento dei Walser e la segale li ho tagliati il mese scorso: te li ricordi erano su al vivaio sotto i teli pronti per essere trebbiati, e poi a fine luglio al loro posto ho seminato il grano saraceno. Con il campo del solina penso proprio che non ce la farò: è troppo tardi. Il saraceno ha bisogno di 3 mesi per maturare e sarebbe pronto in autunno avanzato. Il rischio di perdere tutto è troppo grande.

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Patrizio mi accompagna nell’altra stanza e mi mostra una lettera: è la descrizione dettagliata delle sue pratiche colturali indirizzata a ICEA con l’obbiettivo che venga riconosciuta la specificità del luogo dove opera.

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Subito dopo scartabella nella scrivania e orgoglioso mi mostra la risposta del MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) con il quale riconoscevano come ammissibili per l’agricoltura biologica i particolari avvicendamenti colturali realizzati in Valtellina. 

Parere MIPAAF avvicendamento Valtellina

Il documento che avevo in mano se da un lato era la giustificazione tecnica di quello che mi stava raccontando per il solina, dall’altro testimoniava il grosso lavoro fatto da Raetia Biodiversità Alpine, per fare accettare da un ente tecnico le modalità di coltivazioni che avvenivano tradizionalmente su queste montagne. Il grano abruzzese, in questo caso, aveva preso il posto del cereale vernino che solitamente seminano in Valtellina, e se Patrizio avesse proseguito con il raccolto, il sovescio e la successiva semina, non avrebbe rispettato il protocollo di certificazione bio standard previsto dal dm 18354 del 27/11/2009 e avrebbe rischiato di perdere la sua certificazione di azienda biologica. L’arrivo di quel documento da un lato riconosceva la bontà delle pratiche agronomiche tradizionali e dall’altro permetteva dunque di utilizzarle, producendo del frumento legalmente biologico. L’unica cosa che il MIPAAF e Patrizio non avevano previsto erano le avverse condizioni atmosferiche e quindi la probabile impossibilità di applicare, almeno per quest’anno e per quel campo, la successione colturale descritta dal documento stesso.

Avvicendamento Colturale Valtellina

Come potete constatare voi stessi il piano delle successioni “tradizionali” pianifica l’uso del terreno a quattro anni con una successione colturale complessa che garantisce un uso ottimale del terreno e soprattutto due raccolti all’anno. E’ in questo modo che anche appezzamenti piccoli, tipici di questi luoghi, sono economicamente sufficienti nel rispetto totale della fertilità del suolo stesso. Adesso potete intuire l’importanza del grano saraceno. Seminato sempre dopo il cereale invernale (Segale) o primaverile (Orzo) permette un secondo raccolto nella stessa annualità. Se pensate al recupero di queste pratiche colturali unito al recupero di specie autoctone dei seminativi potete intuire l’importanza del percorso intrapreso per la tutela delle agrobiodiversità territoriali e culturali.  Se non ho capito male, Patrizio mi tirerà sicuramente le orecchie, si hanno tracce di questi metodi da almeno 400 anni e a lui sembrava totalmente naturale che si dovesse ripartire da qui. E’ questo lo stimolo che sta spingendo i proprietari ad affidargli le terre per seminare, ed è questo lo stimolo che lo spinge al recupero dei terrazzamenti per riprendere i paesaggi tradizionali della Valtellina almeno quella intorno a Teglio.

Se siete stupiti dalla bellezza di queste immagini sentite come si espressero a proposito alcuni importanti botanici riportato da La coltura del grano saraceno tra tradizione e presente in Valtellina scritto dalla Dott.ssa Giancarla Maestroni

  • Haller 1742...”Sub extremum autumnum eleganti florum spectaculo agros exhilarat” (“al termine dell’autunno questo grano allieta i campi con l’elegante spettacolo della sua fioritura”)
  • Poiret nella sua Storia delle piante d’Europa (1827) che: “Tra le nostre piante economiche ve ne sono poche che diano al paesaggio una nota più lieta; le campagne coperte di grano saraceno assomigliano ad un vasto giardino di fiori bianchi e rosati, o variegati di verde, di rosso, di bianco, riuniti in diversi ciuffi sul sommo degli steli”.
  • V. Giacomini -1955-”E noi pure raccogliamo la stessa impressione percorrendo d’autunno alcuni tratti della Valtellina, del Poschavino, dell’Alto Adige, e di altre valli alpine, dove biancheggiano vaste fioriture di Saraceno su tanta parte dei fianchi delle montagne.”

 


4 Comments

Ma prima o poi ci mettiamo piede in Vallecamonica anzi l’abbiamo già ma dobbiamo strutturarlo. Quando ci vede muoverci sulla pagina in quella direzione si faccia vedere così facciamo qualcosa insieme

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