Premessa
CHI SONO : Elisabetta Maccioni , nata a Milano 25/6/80, laureata in Scienze Biologiche, nel 2006 mi trasferisco a Ossimo Superiore un piccolo paesino di montagna, dove hanno vissuto mia nonna e mia madre da bambina e dove ho passato la maggior parte delle estati della mia infanzia e adolescenza. Professione attuale: da sempre precaria, ora disoccupata in procinto di diventare agricoltore. A far data da gennaio 2015 infatti ho deciso di aprire Azienda Agricola (sapendo già di dover lottare contro una burocrazia infinita e tasse che ti strangolano), l’Azienda a conduzione famigliare sarà improntata sulla coltivazione dello zafferano (Crocus Sativus) e prodotti tipici dell’area montana della Valle Camonica.
Le produzioni, in parte già in atto, tenderanno alla conservazione e valorizzazione della biodiversità agricola della Valle, in particolare delle antiche coltivazioni un tempo prolifiche sull’Altopiano del Sole come la patata di montagna, i fagioli “Copa fam”,
le fave, i cereali ( mais spinato, mais rosso, segale, grano saraceno ecc…) oltre ai tipici prodotti dell’orto (insalata, pomodori, carote, rape, cipolle, cavoli, ecc.)
Dal 2012 ho cominciato a coltivare zafferano nel mio piccolo appezzamento di terreno a Ossimo (890m), l’idea nasce da uno studio sperimentale fatto dall’Università della Montagna di Edolo (BS) e dalla passione innata di mio padre per questa spezia, avendo origini Sarde è stato semplice reperire i bulbi e in breve tempo coltivare uno spazio nel nostro orto.
Qualcuno si chiederà come possa crescere lo zafferano in montagna… spesso infatti è associato a luoghi caldi come il Sud Italia o Paesi come la Siria, l’Iran o la Turchia, dagli studi effettuati si evince invece che il nostro territorio vallivo è adatto a questa coltivazione dando ottimi risultati in qualità del prodotto. Io stessa ho fatto analizzare dall’Università il mio primo raccolto e le analisi sono state superiori alle attese, la qualità dello zafferano essiccato era superiore alla I qualità. Questo ha spinto me e la mia famiglia a investire su questo meraviglioso fiore e da pochi bulbi siamo passati a coltivare un piccolo appezzamento che speriamo cresca negli anni.
Insieme a me diverse altre persone, appassionati e amanti dell’orto hanno nel loro piccolo cominciato a coltivarlo dando sempre più importanza a questa nuova e importante coltivazione, che negli anni potrebbe portare anche un risvolto economico per la nostra bella Val Camonica! Almeno questo è quello che mi auguro.
Come si coltiva lo zafferano
In montagna è necessario che l’impianto dei bulbi avvenga in un terreno ben esposto al sole in modo tale che la coltivazione prenda il sole per la maggior parte della giornata (Sud-Est Sud-Ovest). Il terreno deve essere in pendenza in modo tale che l’acqua (pioggia e neve) sia libera di scorrere e non si formino mai ristagni d’acqua, cosa che potrebbe compromettere i bulbi rischiando di farli marcire. I bulbi sono stati piantati circa 20 cm sotto terra, e poi sono stati ricoperti creando delle baulature in questo modo i bulbi resisteranno ai lunghi e freddi inverni Camuni.
I bulbi vengono impiantati ad Agosto e la raccolta dei primi fiori avviene di solito verso metà ottobre (quest’anno 2014 dato l’anno eccezionale il raccolto è iniziato a fine settembre) e si protrae fino a inizio Novembre. Dopo la fioritura e la raccolta dello zafferano il bulbo continua a crescere sotto terra producendo nuovi bulbilli, fino a giugno quando la parte aeree secca e il bulbo va in riposo, è questo il momento di raccogliere i bulbi dal terreno se avete deciso di suddividerli e reimpiantarli successivamente ad agosto, in questo modo è possibile aumentare la coltivazione di anno in anno. I bulbilli (bulbi di piccole dimensioni) però fioriranno solo il secondo anno dall’impianto.
Di solito una volta piantati i bulbi vengono lasciati nel terreno dai 3 ai 4 anni, a seconda della fertilità del terreno, per questo è necessario il primo anno concimare bene l’appezzamento destinato a questa coltivazione.
Lo zafferano
Lo zafferano viene raccolto a mano, la mattina presto quando i fiori sono ancora chiusi e le ultime api ancora in giro non possono andare ad imbrattare di polline i preziosi stimmi. Raccolti i fiori si rientra a casa e con pazienza si apre ogni singolo fiore e si estrae lo stimma rosso-arancio (parte femminile del fiore), che successivamente verrà essiccato. Da 100 -150 fiori si ottiene circa 1 gr. di stimmi essiccati. Fate voi il conto di quanti fiori servono per arrivare a farne un Kg!!!
Sta qui la risposta per cui lo zafferano viene pagato a peso d’oro e spesso viene chiamato l’oro rosso. Questo in aggiunta a tutto il lavoro, esclusivamente manuale che si deve fare per mantenere pulita e in ordine la coltivazione ( erbe infestanti, zappature ecc.).
Con la mia famiglia al momento abbiamo piantato circa 4.000 tra bulbi e bulbilli, il raccolto è tutt’ora in atto e ad oggi abbiamo raccolto circa 600 fiori. Negli anni ci auguriamo di arrivare a raccogliere 100.000 fiori!!!!
Curiosità
Lo zafferano è una specie appartenente al genere Crocus e che questa specie fiorisce in autunno, a differenza dei crochi che abbiamo in giardino che hanno fioritura primaverile.
Lo zafferano oltre all’uso alimentare grazie alle sua composizione è anche una specie officinale, la ricchezza di carotenoidi ne fa un ottimo antiossidante, inoltre allevia gli stati febbrili, aiuta a combattere la tosse e l’ansia oltre ad alleviare la depressione lieve. Aiuta la circolazione sanguigna. Insomma oltre ad elevare i nostri piatti in cucina aiuta corpo e mente a rimanere giovani e in salute.
Lo zafferano se preso in quantità elevate può provocare anche la morte ( donne in gravidanza 10 gr. al giorno può causare l’aborto, per tutti 20 gr. al giorno)
Giovanni Piero Trombetta
Buongiorno.
Anch’io intendo da quest’anno sperimentare la coltivazione dello zafferano.
Vivo in provincia di Cuneo, in un paese posto a 600 metri di altitudine con un clima invernale che nel mese di Gennaio può essere anche rigido (-5 -10 C°) e con depositi nevosi di notevole spessore 50/100 cm e per periodi anche di due mesi.
Domando se in tale situazione la coltivazione è ancora “compatibile”.
Ringrazio per l’attenzione.
Giovanni Piero Trombetta
alecrotta
Le conviene contattare Elisabetta sulla sua pagina Facebook e fare la domanda direttamente a lei, ecco l’indirizzo
https://www.facebook.com/Azienda-agricola-Freschi-1434709483494395/