Il recupero di produzione del passato, e insieme la tutela di specie di interesse alimentare a rischio di estinzione hanno preso piede anche Lozio, grazie a una sinergia dedicata all’agricoltura di montagna: la rapa bianca, una sorta di endemismo che rischiava di sparire e i lamponi. Per entrambi i prodotti è stato avviato ed ormai vicino alla conclusione del percorso che porterà al riconoscimento della De.Co, la denominazione comunale. Attori dell’operazione il sindaco Angelo Giorgi e Marcella Bonariva titolare dell’azienda Non solo piccoli frutti nella frazione di Sommaprada. “Il bene identificato da una denominazione comunale – spiega Riccardo Lagorio responsabile della certificazione – nasce da un ben limitato territorio e nessuno può ragionevolmente imitarlo; è un frutto della terra, un oggetto della tradizione. La rapa e nostri piccoli frutti ne son un esempio concreto: la De.Co. non è un marchio di qualità, ma la carta di identità di un prodotto. È una atto notarile sottoscritto dal sindaco a seguito della delibera comunale, che certifica, con pochi semplici parametri il luogo di nascita e di crescita di un alimento dal valore identitario”. E la rapa di Lozio? Storica varietà che stava scomparendo, grazie a poche persone che producevano qualche decina di chili è stata salvata, e oggi il territorio ne sforna 20 quintali: un quantitativo in aumento che il mercato apprezza e offre una buona remunerazione. Puntare sulla rapa come prodotto tipico ci ha fatto anche riscoprire una ventina di ricette locali, che vorremmo inserire in un ricettario, e recuperare terreni ghiaiosi inadatti ad altre coltivazioni.
Gli spazi verdi abbondano oltre l’abitato che non raggiungere 400 anime, e il biologico diventa una scelta naturale. “L’impollinazione è esclusivamente entomofila” spiega Marcella. Si può ricorrere all’inserimento di colonie di api o di bombi negli impianti per combattere i parassiti che l’industria di solito aggredisce con gli anticrittogamici. Dai ronzii operosi delle api intorno alle piantine si ricava un miele vellutato. Con vecchi rimedi usati dalle nonne vissute da queste parti, la cenere della stufa o l’acqua d’ortica macerata, si ottiene una difesa fitosanitaria contro pidocchi e formiche. Sinergie preziose che rendono unico il prodotto.
Vi abbiamo riportato un estratto degli articoli di giornale che Marcella espone proprio dietro la cassa del suo bellissimo negozio. Dalle informazioni contenute, non c’erano le date degli articoli, diciamo che è passato un pò di tempo ma se osservate le fotografie sembra una descrizione della situazione attuale. Dalla presenza delle rape nell’orto, effettivamente fatto su un terreno pietroso, alla presenza delle api con davanti un bellissimo campo di lavanda per garantirne l’alimentazione, ai lamponi, agli alberi, spettacolare quello di pere tutto è come è stato descritto. I pentoloni per cuocere le marmellate luccicano in cucina e i barattoli erano tutti lì allineati a testa in giù per togliere l’aria. Pregevole anche il sistema di raccolta dell’acqua piovana e il dettaglio di nascondere il letame dietro le piante di topinanbur. Ci sembra giusto aggiungere un paio di dettagli che magari non emergono chiaramente: Lozio ha 400 anime ma la frazione Sommaprada ne ha solo 20 e Marcella con la sua attività ne è sicuramente l’anima, partecipando attivamente a tenere vivo quella parte del territorio in uno dei suoi elementi essenziali: il paesaggio. Il secondo è che, come potete constatare voi stessi guardando il video dell’evento sul suo sito Non solo piccoli frutti, la denominazione comunale dei Lamponi di Lozio è stata ottenuta ma paradossalmente, pur dovendo seguire un protocollo produttivo qualitativamente più stringente, dalle parole di Marcella, sembra essere meno utilie di una certificazione biologica standard. Insomma utilizzare pratiche quanto più naturali possibile nella cura della nostra salute non produce quel ritorno economico che a noi sembrerebbe doveroso. Credo proprio che dovremo farcene carico noi, comprando i suoi prodotti, ogni volta che avremo l’occasione di andarla a trovare o quando la incontreremo al mercato.