Noi chiamiamo accampamenti le occupazioni della terra che fanno i nostri contadini in Brasile. La Rimaflow assomiglia molto ai nostri accampamenti. Nei latifondi ne abbiamo occupati 3000. In tutti quegli accampamenti dove il popolo è rimasto unito alla fine abbiamo preso la terra. Per questo ritengo Rimaflow ambasciatrice del Movimento dei Sem Terra in Italia: sempre che continui ad occupare fabbriche.
Noi nell’MST facciamo sempre attività grandi: non ci piacciono i piccoli gruppi. Tra uomini, donne e bambini all’ultimo congresso eravamo 15.000 militanti. Giulio di Meo, ha, fotografando un numero sufficiente di persone, rappresentato la pluralità etnica che compone l’MST.
Noi abbiamo sempre coltivato la solidarietà. Se non la coltiviamo l’uomo si trasforma da homo sapiens in uomo asino. La solidarietà la pratichiamo tra di noi ma anche tra i lavoratori brasiliani e con il movimento dei lavoratori a livello mondiale. Quando pensate che non ci sia soluzione ad un problema cercate sempre dentro la solidarietà.
Noi stiamo vivendo un periodo storico molto complesso nel quale il mondo è in crisi ed è in pericolo. Questa situazione globale, nell’agricoltura si aggrava maggiormente a causa delle multinazionali. Nel XX secolo ogni paese aveva la sua agricoltura e la lotta dei contadini era per conquistare la terra interna al paese. Con l’arrivo delle multinazionali il conflitto è diventato un conflitto tra due modelli agricoli: il progetto dei capitali versus il progetto dei contadini. Le multinazionali vogliono privatizzare tutto, inclusa l’aria che respiriamo infatti, registrano la proprietà dell’aria prodotta da un’area e la rivendono nelle aree industriali, per compensare le emissioni dei gas serra.
Nella produzione agricola impongono l’acquisto di sementi di tre aziende e i pesticidi provengono solo da sette aziende a livello planetario. Si può nutrire solo chi ha denaro. Questo sta portando ad una concentrazione della proprietà della terra. Loro vogliono dominare il mondo. Dall’altra parte ci siamo noi contadini che vogliamo che la terra sia divisa tra tutti. Il capitale vuol concentrare la proprietà dell’acqua come sta facendo la Nestlé. Noi vogliamo produrre alimenti per tutta la società. Il cibo non è una merce. L’alimentazione è la nostra energia. Noi vogliamo produrre senza veleni e in equilibrio con la natura. Il nostro modello è l’agroecologia. Il capitale vuole espellere il popolo dalle campagne, noi vogliamo l’inverso. Le grandi città sono dei veri e propri inferni per i poveri. Noi vorremmo che il territorio fosse fatto da tante piccole città. Il capitale vuole un popolo ignorante, noi vogliono che tutti studino.
Prima i contadini dovevano combattere contro il grande capitale del loro paese adesso il nemico è il capitale finanziario internazionale. Questa nuova situazione di lotta di classe nelle campagne, porta nuova sfide. Se il nemico agisce a livello internazionale anche noi lavoratori dobbiamo unirci a livello globale. Nonostante il vostro referendum sull’acqua la Nestlé è tornata alla carica e voi italiani non potrete sconfiggerla a livello locale. Le lotte che ci sono nelle campagne superano l’ambito cittadino e pongono il tema di creare coordinamenti a livello internazionale. La Via Campesina è importante perché rappresenta 120 paesi.
L’altra grande sfida è che i lavoratori delle campagne sono pochi e sono dunque una minoranza nei paesi. Sappiamo come fare ad occupare la terra ma quando dobbiamo combattere contro la Monsanto abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Ma anche questo non è sufficiente: durante uno dei Social Forum a Port Alegre, tutti insieme abbiamo occupato una fattoria della Monsanto e l’abbiamo distrutta ma loro, l’anno successivo, hanno comprato un’area 10 volte più grande e hanno ripreso a seminare come se nulla fosse successo. Quindi l’unica soluzione è unire i contadini con i lavoratori e la popolazione della città. Deve essere una grande forza popolare a volere una riforma agraria popolare. Mai nella storia sono state così vive le parole di Marx e Lenin: lavoratori di tutti il mondo unitevi.
Noi abbiamo la natura dalla nostra parte. Il capitale vuole distruggerla imponendo la monocoltura che distrugge la biodiversità, ma la natura è una forza incredibile e non c’é capitalista che possa comprarla. La natura reagisce alla distruzione imposta dal capitale creando problemi sempre più grandi e sta a noi spiegare come uscire da questa spirale pericolosissima. Uno scienziato hindù ha presentato una ricerca in cui dimostra scientificamente che l’inquinamento dell’aria provocato a Chicago ci mette solo 12 ore per arrivare a Parigi. L’uso intensivo di pesticidi provoca il cancro e abbiamo molti studi in Brasile che provocano che ogni anno abbiamo 500 mila nuovi casi di cancro in Brasile e il 40% di queste persone muoiono e alla base di tutto c’è la qualità di quello che viene mangiato. E’ un modello di morte e non è un modello di futuro. Il modello dei lavoratori è quello di produrre alimenti sani per tutti.
La nostra lotta sarà più difficile è potrà essere solo universale. Benvenuti nella lotta.
Questo è il resoconto dell’intervento di Joao Pedro Stedile, che ieri il leader del Movimento dei Sem Terra ha tenuto, parlando di Sovranità Alimentare, alla Rimaflow di Trezzano sul Naviglio. Nel contraddittorio che ha seguito l’incontro si è dilungato nel racconto dell‘incontro che Papa Francesco ha avuto con i movimenti dei contadini e dei lavoratori. E’ stata anche l’occasione per presentare il libro La Lunga Marcia dei Sem Terra di Claudia Fanti, Serena Romagnoli e Marinella Correggia che racconta in dettaglio la storia di questo movimento contadino brasiliano. Ha parlato Giulio di Meo del suo libro Sem Terra – 30 anni di storia, 30 anni di volti e del fatto che il ricavato servirà a raccogliere i fondi necessari per la ristrutturazione della Scuola Nazionale Florestan Fernandes, scuola ideata con l’obiettivo di formare politicamente la classe lavoratrice, in particolare delle organizzazioni legate alla Via Campesina nazionale e internazionale. Importatissimo ricordare la raccolta fondi lanciata da Rimaflow: per rimettere la fabbrica nella condizione di tornare a produrre serve un impianto ad aria compressa e qui trovate tutte le istruzioni per aiutarla in questa impresa.