Massimo dell’Agriturismo Prestello esordisce così: diciassette anni fa decidemmo di aprire l’agriturismo ma prudentemente, in accordo con la Lella, tenemmo il piede in due scarpe. Durante la settimana lavoravo in cantiere e poi il sabato e la domenica stavamo qui tutti e due a ricevere i clienti per dargli da mangiare. Non era più vita e stavamo per mollare quando la sorte mi porta in dono una caduta piuttosto brutta. Anche adesso lavoro duramente ma, quando la schiena lo richiede, posso riposarmi e fare qualche postura di tai chi chuan per riequilibrarla. Questo era incompatibile con il lavoro in cantiere e quindi iniziammo, giocoforza, a guardare con occhio diverso quello che era stato relegato solo nel fine settimana.
L’agriturismo fino a quel momento era stato solo una componente per produrre il nostro reddito ma piano piano ci siamo resi conto che il luogo nel suo insieme, dalle colture alle stalle, doveva diventare il posto dove noi vivevamo. Se fosse diventato qualcosa di veramente nostro avremmo potuto far vivere ai clienti un’esperienza unica. L’esperienza di un luogo deve passare attraverso i sapori e i profumi dei prodotti che mette alla luce.
Questo ha cambiato la percezione di tutto quello che avevamo intorno e come magicamente tutto ha preso un suo senso. Noi siamo agricoltori di ritorno per cui tutte quello che io adesso so ho dovuto recuperarlo rifacendo personalmente l’esperienza o facendo appello alla memoria paterna. E’ stato un percorso lungo ma ogni cosa che qui vedete è connessa alle altre. Abbiamo iniziato a riprodurre gli animali prima da quelli piccoli e poi tutti gli altri, Adesso stiamo tentando con la scrofa stessa.
Tutto internamente. I cinghiali ad esempio sono importanti perché mangiano tutto quello che c’è, ma solo quando c’è. Guardate la taglia di questi animali: hanno due anni ma vedete che sono solo carne e niente grasso. La loro alimentazione viene dagli scarti delle colture e da tutto quello che dà il bosco. E’ così per i conigli e le galline.
Ogni volta che avanza qualcosa si pensa a cosa può servire e una volta trovata la soluzione la catena si allunga di un pezzo. Con la legna del bosco ci si può scaldare, ma si può scaldare anche un forno. Con il forno si può fare del pane. Magari non si capisce subito qual’è la tecnica migliore per costruirlo perché non si conosce che cosa è importante nella cottura del pane: ma se si sbaglia basta rifarlo. E quando l’abbiamo azzeccato si scopre che nel processo di cottura il fuoco non brucia completamente la brace, allora questa può essere presa ed usata come carbonella nella stufa.
E ancora a raccontare. Dai cartelli su tutte le stalle perché così i bambini possono autonomamente riconoscere cosa stanno vedendo. Per il mais, si quello rosso della Val Camonica che in tanti stiamo cercando di recuperare, non usiamo nessuna forma di diserbo e per controllare la crescita a terra mettiamo le zucche che con la loro presenza, a me era venuto in mente il peso, fermano la presenza degli altri infestanti. In valle ho scoperto che anche gli alti e robusti gambi del mais potevano essere usati come sostegno per sorreggere l’esuberante crescita dei fagioli.
In questo mondo tutte le risorse vengono riutilizzate in un perenne confronto tra l’uomo e la natura. Questa fornisce opportunità e chi si confronta con essa, deve capire come coglierle.
E’ un’intelligenza diffusa che va solo scoperta. Finito il pranzo il mio vicino di tavola sposta la sedia e Massimo, che gli si era accostato, inizia a spalmargli un grasso su tutto il braccio. La settimana prima un brusco spostamento gli ha infiammato la parte e come era successo altre volte quella cura gli stava facendo benissimo. Avevo improvvisamente scoperto un’altro uso del maiale. Ed è lì che Massimo racconta di quando sua madre per curargli una spalla gli pone un impasto caldo di resine sulla scapola. Questo gli rimarrà attaccato al corpo per tre settimane: la sua presenza era costante. Se il caldo iniziale era stato “toccante”, la relazione intensa con qualcosa che viveva con me era tangibile. Il prurito intenso durante la notte mi diceva dove era arrivato l’impacco, quale zona del corpo aveva finito di curare e dove era necessario prendere posto. Sarà un caso ma in tre settimane la resina ha camminato dalla spalla alla schiena e dopo aver lenito profondamente il dolore di quella caduta se ne è andata perché il suo compito era finito.
La leggerezza dell’aria e la bellezza dei colori autunnali mi hanno sicuramente spinto a ricordare quella giornata con un tono che potrebbe sembrare elegiaco ma spero proprio che non confondiate l’uso di una forma reterica con il clima che con Claudio, Luca e Abbi abbiamo respirato a piene mani.
Chi viene all’Agriturismo Prestello mangia tutti i prodotti dell’orto, i formaggi appena fatti e quelli stagionati direttamente dalla cantina. Guardate il menù: non è appetibile? Il prezzo non è corretto? Se vi arrivano i crauti nel piatto, la cosa importante è che se li mangiate in abbondanza a mezzanotte, li digeriate come è accaduto anche a me. Sono prodotti con una tecnica austriaca dove per molte settimane l’acqua li macera espellendo tutto quanto è indigesto e preservandoli da quanto li potrebbe deteriorare.
Se fate un giro intorno non vedete cereali per il pane ma se avete la fortuna di guardare dentro la madia vedrete tutte le farine del farmacia del dottor Zammarchi tutta energia certificata biodinamica.
La sala da pranzo accanto al forno assomiglia a quella al primo piano accanto alla cucina. Oggi, come hanno fatto con noi, ho voluto portavi nella sala da pranzo dove vengono invitate tutte quelle persone che oltre a mangiare e stare bene vogliono capire che cosa c’è dietro. Spero che vi abbia fatto piacere.
A proposito Massimo mi ricordava che in questi lunghi diciassette anni non è passata stagione che non aggiungesse migliorie alla sinergie che i vari componenti del suo ecosistema potevano produrre. E’ riuscito sempre a risolvere tutto ciò che gli si presentavano tranne quello la cui chiave era esterna all’ecosistema stesso. I quattro figli vanno tutti a scuola: saranno loro a decidere cosa dovrà essere la loro vita e quindi devono avere le stesse opportunità dei loro coetanei. Ma se la scuola è pubblica altrettanto non posso dire del gas metano: quando questo finisce la bombola va riempita. Oltre al gas c’è qualche altro inconveniente che va risolto: tasse, imposte e altre diavolerie moderne che la natura non ha ancora deciso di produrre.
Sono questi i legami con quel mondo, il nostro, che funziona in modo diverso e dove non c’è una resina intelligente, o meglio dove c’è un’intelligenza diversa con la quale bisogna confrontarsi.
Massimo perché non porti il tuo pane ai mercati? Lo so che lo fai già con i gas della zona ma un’opportunità in più non guasta e risolveresti questi inconvenienti con la tua tecnica naturale, utilizzando un’energia che viene da quell’ecosistema più vasto, nel quale speriamo di esserci anche noi.
Abbiamo registrato lo sfruguglio del pane appena sfornato. Su Facebook qualcuno ci ha chiesto di portargli l’odore: detto fatto. Ci vediamo tra poco.