Abbiamo trovato in rete questo post di NaturaSi e visto l’importanza del tema ci è sembrato giusto riproporvelo visto comunque l’importanza del ruolo che questo operatore svolge nel settore.
Vorremo e facciamo il possibile affinché il bio sia accessibile a fasce di popolazioni che non beneficiano di redditi elevati, ma ci sono delle tematiche che vanno affrontate con un pò di consapevolezza:
- Produrre bio è molto, ma molto più costoso di produrre convenzionale. Si tratta di un sistema totalmente diverso, si produce meno perché le piante non vengono forzate con la concimazione di sintesi chimica, il rischio è maggiore perché in caso di malattia non abbiamo tutti gli antiparassitari che ha a disposizione il convenzionale, ma possiamo intervenire solo con metodi naturali (nel biologico infatti non si possono usare sostanze di sintesi chimica), il controllo delle erbe infestanti va fatto meccanicamente, a volte anche con una o più passate di zappa, contro un facile ed economico uso del diserbo chimico, bisogna fare le rotazioni, quindi non sempre sullo stesso terreno colture a reddito, ma colture tipo i sovesci per ripristinare la fertilità, quindi il bio serio costa.
- Costa anche la distribuzione perché in Italia il bio è solo l’1% dei consumi, quindi anche noi siamo costosi anche se ogni anno ci impegniamo per ridurre i costi, per quanto sia possibile.
- Vogliamo trattare dignitosamente le persone perché in agricoltura si può avere manodopera illegale a 20 euro al giorno, ma non è sicuramente la strada giusta.
- Il bio e molte aziende sono partite dal nulla quindi anche il capitale necessario per le attrezzature è stato auto creato negli anni e va ad incidere sul costo del prodotto dall’altra parte dobbiamo dire che in genere c’è stata una pressione al ribasso sui prezzi degli alimenti negli ultimi decenni che sta distruggendo l’agricoltura anche convenzionale e che ha distrutto la qualità dei prodotti e la fertilità dei campi.
Oggi per mangiare si spende mediamente in Italia il 15% del reddito, il resto va in cose “meno essenziali”.
Crediamo che anche il consumatore possa fare qualche passo:
- comprare prodotti di stagione che costano meno
- abbiamo prodotti di seconda scelta solo perché più piccoli o storti che chiamiamo “buoni dentro” che per non buttare offriamo ad un prezzo più basso
- semplificare e rendere più sobria la propria dieta e quindi la propria spesa
purtroppo siamo coscienti del problema e vorremo che tutti potessero mangiare bio e ce la mettiamo tutta ma come vedete il processo non è facile ed ha delle limitazioni strutturali che non sono facilmente superabili.
D’altro canto, i Distretti di Economia Solidale stanno cercando di capire, insieme agli agricoltori, qual’è il vero prezzo di un prodotto agricolo di qualità che tenga conto dell’ambiente e di noi.
Il tema è centrale e bisogna tutti quanti fare dei passi avanti perché la posta in gioco, la qualità della nostra vita, è troppo alta perché non facciamo tutti uno sforzo per documentarci e adeguare i nostri stili di vita ai risultati che vogliamo ottenere anche se sono a volte complessi.
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