Dialogo a Distanza sul Grano Saraceno che Cresce al Parco delle Cave a Milano

Il Patrizio ci aveva avvertito. Se piove lo vedrete crescere velocemente e così è stato. Sono passati pochi giorni da quando avevamo annunciato che il Grano Saraceno all’Erbadigh era spuntato e potete constatare voi stessi le differenze confrontando queste foto con quelle dell’articolo precedente. Non siete i primi che le vedete. Patrizio da genitore apprensivo aveva chiesto notizie e io per tranquillizzarlo le avevo allegate ad una mail nella quale avevo anche spedito il desiderio di Gianni di fare raccogliere i semi ai bambini per avvicinarli ancora di più al progetto. Questo semplice gesto ha provocato una serie di batti e ribatti che vi riporto non solo per dovere di cronaca.

Patrizio Mazzucchelli: Vedo molte erbe nel prato e spero che il Saraceno abbia da subito la meglio. Se diventa più alto di loro, prima di loro, crescerà florido, senza dovere più intervenire.

Gianni Bianchi : L’Erbadigh è stato arato ed erpicato da Carlo Campi, seminato da Antonio Dornetti e rullato da Angelo Bianchi con la presenza di Franco Zamboni. Davvero un buon “team”. Aspettiamo ora i “frutti” di questo lavoro! D’altro canto questo campo non era mai stato toccato ed era a prato stabile da sempre. E’ stato fatto il minimo indispensabile per accogliere i semi.

Patrizio Mazzucchelli: Gianni anche a me piacerebbe fare partecipare i bambini ma per decidere cosa è meglio fare ti dò qualche dettaglio. Se si vuole mietere tutto a mano bisogna organizzare una gruppo di mietitori, che andranno istruiti ad usare la falce messoria. Quella che usiamo noi in montagna è più piccola di quella che usate voi in pianura; questi falcetti devono essere affilati ed il rischio di tagliarsi nel mietere c’è!
Qui in dialetto quando ci si taglia mietendo si dice che “l’ha pagaà el debit“: questa frase io la intendo come debito verso il raccolto, verso la terra e io l’ho pagato almeno tre volte e i tagli non sono quasi mai superficiali.
Dico questo perché con i bambini bisogna fare molta attenzione, vanno seguiti e possono mietere solo con le mani di un adulto capace. Invece di correre rischi inutili perché non li  coinvolgiamo a fare le “casele“, piccoli covoni che sembrano capanne indiane, e una volta finita la mietitura saranno i protagonisti del processo di trebbiatura (battitura) e pulizia del seme? Ti passo qualche foto per comprendere come sono in campo le casele e la mietitura con il fulcet della Segale.


Descrivo brevemente il processo tradizionale:
– Mietitura con “El Fulcet” (Falcetto Messorio) e realizzazione delle “Casele”
– Essiccazione in campo per ca.5 / 7 gg
– Trebbiatura con il Correggiato (Fiel) sulle “Pelorsce” (grande lenzuolo di canapa grezza)
– 1a Pulizia con il “Rach” (Setaccio a maglie larghe)
– 2a Pulizia con il “Val” (Vaglio)
– 3a Pulizia con il “Mulinel” (Ventilabro)

La granella è quindi pronta per essere essiccata nello “Spazzacà” (Solaio). Dopo ca. 3 mesi si procede ad una ultima pulizia con il Mulinel e la granella è pronta per essere portata al Molino e trasformata in farina. Ci vorrebbe un gruppo almeno di 10 persone con un minimo di esperienza per la mietitura a mano, invece per la trebbiatura e pulizia si possono coinvolgere bambini e adulti.

Gianni Bianchi: Caro Patrizio so che è un pò strano ma per raccolta non mi riferivo alla mietitura in senso stretto. Visto che lo spazio è limitato e la produzione essenzialmente finalizzata al seme da rimettere a dimora, ho ipotizzato di farlo a mano nel senso di far entrare i bambini nel campo e, con le loro manine delicate, provvedere a staccare direttamente i semi dalla pianta senza quindi, almeno in questa prima fase, tagliarla. In un secondo tempo si potrebbe procedere alla raccolta tradizionale mediante taglio (magari con BCS), creazione covoni, essiccazione e battitura finale. Che ne pensi?

Patrizio Mazzucchelli: Se tutto va bene, visto che avete seminato in file distanti 20 centimetri il saraceno non permetterà l’accesso ai bambini per cui se vuoi far fare questa esperienza probabilmente devi farla sulle piante ai bordi del campo e la mietitura la facciamo in sicurezza con persone esperte. Verrà anche qualche camuno!!!

Buchweizen-Ernte-Nepal

Patrizio Mazzucchelli: Gianni ci ho pensato su e mi è venuto in mente che il Grano Saraceno in Nepal viene raccolto a mano come potete vedere dalla foto. E’ una operazione lunga e difficile per via che sulla pianta non matura tutto insieme e bisogna raccogliere solo quelli maturi ripassando in campo più volte e facendo attenzione a non calpestare le piante.
Raccolti così sono pronti per essere seccati, si salta la trebbiatura con il correggiato e la vagliatura.
Il rischio è che i bimbi calpestino le piante e si perda il raccolto, a meno che si riservi loro una parte del campo e quest’anno si sperimenta questo modo.

A proposito ecco la registrazione del dialogo da cui siamo partiti. Ci troveremo in questi giorni per decidere date, modalità di raccolta e battitura del nostro grano saraceno e visto che adesso sapete tutto anche voi, perché non ci dite come vi piacerebbe che venisse raccolto?


1 Comment

Matteo Calzaferri

Io ci sono!!.. non vedo l’ora di usare il “sighes”, a Malonno, in Valle Camonica, il falcetto si chiama cosi’, ed aiutarvi nella mietitura!..

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