Mondeggi Bene Comune

Mondeggi Bene Comune  compare per la prima volta nelle nostre pagine, dopo una nostra frettolosa visita, testimoniata dalle poche foto che riportiamo, nella primavera del 2014 . Come nostra abitudine abbiamo continuato a seguirli in quanto la riteniamo una delle esperienze più interessanti che stanno accadendo in Italia. Lungi da noi l’idea di stabilire una gerarchia nell’importanza delle esperienze, riteniamo che alcuni casi per le situazioni che riescono a creare, e Mondeggi è uno di questi, diventano emblematici per tutti.

Quello che era nell’aria è diventato palese in questi ultimi giorni. Quando la terra ha iniziato a dare i suoi primi frutti e questi hanno iniziato a circolare nella comunità, gli “altri” non hanno potuto più far finta che niente stesse accadendo e quindi, il contrasto tra i diversi modi di intendere la vita di tutti i giorni, hanno iniziato a confrontarsi in modo “sostanziale”.  Il potere politico fino ad adesso non ha dato quel contributo che tutti noi ci aspettiamo. Visto che non capiamo cosa ci guadagnino a renderci puntualmente delusi, proviamo, per l’ennesima volta, a riportare i termini attuali del dibattito di Mondeggi, nella speranza che questi possano contribuire a cercare quelle soluzioni che crediamo, non possano essere più rinviate.

Sotto forma di colloquio tra i protagonisti abbiamo estratto dalle fonti una o due frasi per rappresentare le voci del dibattito in corso, per fare in modo che questa “evocazione dei termini” vi imponga la lettura dei testi interi, nella speranza che, l’emergere di tutta la complessità del dibattito in essere, possa stimolare anche il vostro contributo fattivo.

Mondeggi Bene Comune - Le Persone

Filippo Legnaioli : Già a partire dal lontano 2007  Mondeggi Azienda Agricola cominciò ad essere percepita dall’istituzione proprietaria (la Provincia di Firenze) come un peso, le risorse economiche da investire erano terminate. In seguito a scelte adottate a suo tempo e a nostro giudizio discutibili, un patrimonio immenso e ricco di potenzialità veniva di fatto abbandonato a se stesso. La Provincia per liberarsi di quello che oramai veniva considerato unicamente un problema, decise nell’anno 2009 di mettere l’azienda in liquidazione. Questo ha significato che a partire da quel momento non sono più stati saldati molti dei debiti contratti con i professionisti, i rivenditori e gli artigiani che hanno fornito i propri servizi o i propri beni di consumo, in attesa che si realizzasse la vendita del bene o l’affidamento in gestione. Fino ad oggi  né l’una né l’altra cosa sono andate a buon fine a causa delle richieste rivendicate dalla proprietà: quale imprenditore si sarebbe avventurato nell’acquisto di un bene di cui poi in ultima analisi non avrebbe potuto pienamente disporre? Così come difficile ritenere possibile trovare qualcuno interessato a gestirlo su simili presupposti.   In questo grande vuoto  è comparso sulla scena un gruppo di persone, autoproclamatesi “Mondeggi Bene Comune – Fattoria senza Padroni”. Un gruppo che ha occupato le case aziendali, ha iniziato ad abitarci, allacciandosi alla rete della corrente elettrica, ristrutturando senza nessuna autorizzazione alcuni fabbricati, iniziando a “coltivare” la terra”. In pochi mesi  la popolazione del gruppo è cresciuta ed ha iniziato a rivendicare dal punto di vista mediatico la terra di Mondeggi come un bene loro spettante. Le istituzioni, duole riconoscerlo, non hanno preso posizione sulla delicata questione. Hanno sonnecchiato, ritenendo evidentemente che si trattasse di un fenomeno che di lì a poco si sarebbe estinto [Continua…]

Mondeggi Bene Comune: […] Quando era solo un Comitato, quindi ben prima dell’inizio della custodia popolare, MBC ha cercato per un inverno intero un accordo con i dirigenti politici di Comune e Provincia per concordare una concessione di Mondeggi in applicazione del principio di sussidiarietà anch’esso stabilito dalla Costituzione (art. 118). La controparte è stata molto sfuggente smentendo ogni volta le sue stesse proposte e le aperture fatte intravedere nell’incontro precedente, conducendo un gioco estenuante e privo di certezze, ben noto a chi ha avuto a che fare con gli amministratori pubblici. Ancora pochi mesi fa ci è stata rinnovata la vecchia promessa di costituire un tavolo nel quale i vari soggetti interessati potessero confrontarsi e concordare un piano di rinascita di Mondeggi. Siamo ancora in attesa di notizie. Nel frattempo riaffermiamo la nostra disponibilità a dibattere di questi temi nelle sedi istituzionali e in quelle pubbliche. Così come ribadiamo l’invito a venire a Mondeggi sia per verificare di persona se quanto andiamo dicendo corrisponde o meno alla realtà, sia per partecipare su base individuale e paritaria alla gestione e alla realizzazione del Progetto che riguarda il loro Bene Comune. [Continua…]

Mondeggi Bene Comune - Striscione nel Bosco

Giovanni Pandolfini : […] Ho i capelli bianchi e sono contadino da quando avevo 18 anni.
Ho un podere nel comune di Montespertoli e per svariate vicissitudini lavorative mi sono ritrovato in serie difficoltà. Purtroppo difficoltà comuni a molti di noi visto che negli ultimi 30 anni in Italia hanno chiuso i battenti quasi 2 milioni di aziende agricole .
Oppresso dai debiti, principalmente con le banche e con lo stato per tasse dichiarate che non mi è stato possibile pagare, ho progressivamente ridotto la mia attività e da “imprenditore” sono tornato a fare il contadino, certo non quello “vero”, che rispetta leggi e regolamenti, ma quello clandestino, quello che non rispetta la legalità . Non rispetto la legalità non perché non lo voglio ma semplicemente perché non mi è possibile con questo ordinamento così asimmetrico e iniquo e vi spiego perché. Lavoro un podere di una decina di ettari e faccio agricoltura contadina con tecniche e principi di agroecologia. Produco ortaggi, frutta, cereali, legumi, vino, e per completare il ciclo naturale delle rotazioni e impiegare il foraggio prodotto ho delle vacche che mi danno compost, latte e carne.
Vendo i miei prodotti in mercati contadini locali autogestiti.
Non pensate né che sono pazzo né che sono superman faccio tutto questo in piccolissima scala, pensando a produrre il cibo per l’ autosufficienza alimentare della mia famiglia e per la creazione di una piccola economia derivata dalle eccedenze stagionali. In alcuni momenti eseguo delle trasformazioni di prodotti primari nella mia cucina di casa .
Se ci pensiamo bene faccio quello che i contadini hanno sempre fatto fino ad 30/40 anni fa, ma andiamo avanti.
La scala della mia produzione non mi permette di essere in regola con le norme e i regolamenti dell’attuale ordinamento giuridico in materia di produzioni del cibo essendo questi esattamente gli stessi per me e per l’agroindustria legata alla grande distribuzione organizzata (GDO). [Continua…

Filippo Legnaioli : […] Gli occupanti di Mondeggi sono passati da una produzione per autoconsumo ad una vera e propria attività commerciale vendendo i beni da loro prodotti per lo più ai GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) e a privati cittadini arrivando a proporne l’acquisto on-line. […]
E’ nostra convinzione che il bene pubblico, quel bene pubblico, potesse avere altra destinazione, o comunque non dovesse essere lasciato a chi, inizialmente e presumibilmente animato da una condivisibile volontà di recupero di un bene prezioso, di fatto si trova adesso ad agire in una condizione di illegalità, realizzando sostanzialmente una concorrenza “sleale” a scapito degli agricoltori del territorio. Perché non dare la possibilità alle aziende agricole locali, carenti di risorse economiche e di strutture, ma in massima parte guidate da agricoltori esperti che, per quanto costretti quotidianamente a fare i conti con una soffocante burocrazia, con costi di gestione difficilmente sostenibili, con un mercato che consente marginalità ridottissime, hanno tuttavia scelto di fare impresa nel rispetto delle regole? Noi agricoltori siamo tenuti ad avere una partita Iva, dobbiamo aprire una posizione Inps, abbiamo l’obbligo di dichiarare se il nostro terreno sia stato acquistato o se vi sia un contratto di locazione o comodato. Fare e essere agricoltore significa, nei limiti delle possibilità e capacità di ciascuno, decidere di realizzare investimenti che consentano in tempi così difficili come quelli attuali di ottenere un reddito, seppur esiguo, nel rispetto della legalità, ovvero emettendo scontrini e documenti fiscali, compilando appositi registri, obbligatori per legge, sia che si operi in regime di agricoltura convenzionale, così come integrata o biologica.[Continua…]

Mondeggi Bene Comune: […] Non siamo un’azienda, neppure in senso informale; cioè non persegue un utile privato, tantomeno giovandosi dell’indebito sfruttamento di risorse pubbliche. Neppure è un’associazione costituitasi allo scopo di arraffare quel che è possibile dal patrimonio di risorse di un territorio poco sorvegliato, nascondendosi dietro l’agitazione di confusi ideali comunitari. Com’è peraltro sempre stato dichiarato, il progetto MBC è nato per impedire la svendita di un bene comune e per recuperarne la completezza della funzione paesistica, come la chiamano gli architetti dell’Università che ci hanno accompagnato in questa esperienza. Per un verso si trattava di sottrarre il territorio all’abbandono e al degrado nei quali lo aveva lasciato l’amministrazione pubblica; per l’altro di non sprecarne ulteriormente le potenzialità culturali, sociali ed economiche mettendole a disposizione della comunità. Che dopo sedici mesi questo programma sia in avanzato corso di realizzazione, lo si può verificare semplicemente salendo a Mondeggi. La sua fioritura colturale, l’arricchimento della sua biodiversità (frutteto con 400 piante, api, capre, orti, seminativi, ecc.), il suo riassetto, la sua ripulitura, il ripristinato rapporto del territorio con la comunità locale e con quella sua parte (decine di gruppi familiari e non) che se ne sta occupando direttamente da circa un anno prendendosi cura di una cospicua porzione di oliveto e coltivando orti sociali, sono fatti ampiamente accertabili da chiunque abbia anche solo un vago ricordo di ciò che era diventata la tenuta. MBC non distribuisce profitti perché non li prevede. MBC coltiva biologico e non utilizza inquinanti chimici perché non li prevede. MBC non reclama recinzioni o chiusure che ne proteggano gli interessi perché non le prevede. MBC non sfrutta manodopera migrante o interna, né direttamente né indirettamente, perché non lo prevede. In conclusione, MBC si occupa di un bene comune, della sua salvaguardia e della sua apertura alle esigenze dell’intera comunità territoriale, anche di quella sua parte che, senza molto senso del ridicolo, sembra sentirsi minacciata più dalla nostra attività che dalla dittatura della Grande Distribuzione. E, a proposito di senso del ridicolo, dov’erano i solerti politici che oggi invocano legalità, quando i consigli di amministrazione controllati dai loro partiti distruggevano Mondeggi con strategie aziendali dissennate; dov’erano quando la collettività è stata chiamata a farsi carico dell’enorme debito che ne è derivato? Loro, così sensibili alla legalità, credono davvero che per l’ennesima volta si sia assistito solo a un episodio di cattiva imprenditorialità e che convenienze personali e pratiche legate al voto di scambio debbano essere considerate senz’altro estranee alla vicenda?  [Continua…]

Mondeggi Bene Comune - La Mappa

Benedetta Albanese:  […] Ma secondo lei si arriverà inevitabilmente a uno sgombero forzoso? “A me piacerebbe risolvere in via pacifica la situazione, il tentativo è questo. Se la mano deve essere forzata la linea non può essere che quella. Servono parità di condizioni, rispetto delle regole, che sono valori condivisi. I mesi che sono passati non sono passati per tolleranza o lassismo, sono passati per poter consentire di comprendere con cosa ci stavamo fronteggiando. Visto che è stato un lasso di tempo utile per farsi un’idea, la situazione è questa. Se non dovesse funzionare la via pacifica la strada è quella: è la legge che ce lo impone”. 
Insomma, si va verso uno sgombero… “La nostra posizione è chiara e netta: rispetto delle regole e legalità. Chi lavora in questo senso deve essere premiato dalla politica. La situazione di Mondeggi è molto particolare: noi raccogliamo una eredità nefasta e ci troviamo a dover risolvere la situazione solo con l’alienazione. La Città Metropolitana non può sostenere quell’onere. Vediamo se la Regione Toscana, che invece ha le deleghe in questione, può essere interessata a un progetto. Che non riguarderà gli occupanti abusivi, che non avranno diritti speciali né oggi né domani, ma un progetto di agricoltura condivisa che induca alla liberazione pacifica dell’area”. [Continua..]

Paolo Maddalena:  ” […] innanzitutto occorre porre in evidenza che, dopo l’avvento della Costituzione democratica e repubblicana del 1948, che ha sostituito lo Statuto Albertino del 1848, non è possibile parlare solo di “legalità” senza aggettivi, ma si deve parlare di “legalità costituzionale”, nel senso che le leggi, come afferma la Corte Costituzionale, devono essere lette alla luce di una “interpretazione costituzionalmente orientata”, devono cioè essere interpretate alla luce delle disposizioni costituzionali, e non alla luce, come spesso si continua a fare, dello Statuto Albertino, sotto la cui vigenza (e ciò vale per l’attuale codice civile) furono emanate. Alla luce di questo tipo di interpretazione, non c’è dubbio che la posizione della CIA  e dell’assessore al patrimonio della Città metropolitana di Firenze non può essere condivisa.
Sono da richiamare in proposito il secondo comma dell’art. 42 della Costituzione e l’ultimo comma dell’art. 118 della Costituzione.
Secondo l’art. 42 Cost., “la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi acquisto, di godimento e i limiti, allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”. Ciò significa che l’Ente Città metropolitana, proprietario privato dei terreni in questione, avendoli abbandonati, ha violato l’obbligo di “assicurarne la funzione sociale” e, quindi, ha perduto, per disposto costituzionale, l’appartenenza stessa di questi beni, i quali, sempre per disposto costituzionale, sono tornati lì da dove erano venuti, cioè nella “proprietà collettiva” del Popolo, che è “proprietario del territorio a titolo di sovranità”.
Viene in evidenza, a questo punto, l’ultimo comma dell’art. 118 della Costituzione, secondo il quale i cittadini, singoli o associati, possono svolgere “attività di interesse generale, secondo il principio di sussidiarietà”, e, in base a questa disposizione della Costituzione, appare evidente che il gruppo di cittadini che ha continuato a coltivare detti terreni, ha svolto un’attività altamente lodevole, poiché ha salvato la “funzione sociale” di quei beni medesimi, evitando ulteriori danni all’intera Collettività.
E’ da soggiungere che, se ci sono contadini che desiderano coltivare i terreni in questione, essi sono i benvenuti e possono certamente aggiungersi a coloro che già svolgono questa attività. Certamente questo gruppo di benemeriti ha l’obbligo di osservare tutte le leggi in materia di sicurezza alimentare e in materia fiscale, ma non si può certamente affermare che essi abbiano svolto un’attività “illegale”. Essi hanno agito secondo Costituzione e “come parte” dell’intera Comunità dei cittadini, che, si ripete, sono “proprietari collettivi a titolo di sovranità dell’intero territorio”.
Un’ingiunzione di sgombero recherebbe ulteriori e gravi danni alla Collettività e violerebbe direttamente e ulteriormente la Costituzione, facendo venir meno, per la seconda volta, la “funzione sociale e l’accessibilità a tutti” dei beni in questione. Emergerebbero allora chiare responsabilità amministrative a carico degli amministratori, da far valere davanti alla Corte dei conti. [Fonte…]

 

 


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