Il salvataggio dei semi di Aleppo, patrimonio comune

La banca dei semi di Aleppo, gestita dal Centro Internazionale per la Ricerca Agricola nelle Zone Aride (ICARDA), è una delle più importanti al mondo e comprende più di 135.000 varietà di grano, fava, lenticchie e ceci, così come la raccolta di orzo più preziosa al mondo.

“Le varietà autoctone sono state ereditati dai nonni dei nostri nonni, la maggior parte di esse sono purtroppo estinte ora”, ha detto il direttore generale ICARDA Mahmoud El-Solh. “Ed è qui che  10.000 anni fa ci fu la culla dell’agricoltura e si iniziò a rendere coltivabile ciò che prima era selvatico”.

Quando nel 2012 è scoppiata la guerra, il centro è stato occupato da gruppi armati, e il rischio che questo patrimonio fosse distrutto era altissimo. Per salvare questi semi occorreva portare fuori dal paese 140.000 pacchetti di semi, gran parte via terra attraverso la Turchia e nonostante i problemi politici. Si mobilitò anche il direttore della ricerca agricola in Turchia, venne al confine e fece in modo che i semi entrassero nel paese. Grazie a questa operazione di salvataggio l’80% di questi semi e campioni sono stati messi al riparo nella “Doomsday Vault” alle isole Svalbard.

Ora, senza alcun segno di miglioramento delle condizioni in Siria, gli scienziati hanno cominciato recuperare il loro stock di semi che sono stati in custodia sotto il ghiaccio artico e a trasferirli nei nuovi impianti in Libano e Marocco, potendo così riprendere le ricerche. In Libano ICARDA ha costruito un nuovo deposito a soli 10 minuti d’auto dal confine con la Siria, i semi verranno piantati in serre vicine, dove saranno coltivate e riprodotte le piante. Una volta reintegrato lo stock, i semi potranno tornare ad essere disponibili per i ricercatori e le altre banche dei semi. In Marocco si sta avviando  un progetto parallelo per garantire che l’umanità abbia sempre accesso a questa memoria insostituibile di materiale genetico.

Dice ancora Sohl “Due terzi del materiale proviene da zone aride e sono varietà adatte per ambienti molto difficili, hanno caratteristiche vantaggiose per combattere per la siccità, il caldo, il freddo, la salinità e parassiti, che sono arrivate a noi attraverso la selezione naturale”.

Si cercano tecniche per migliorare le colture alimentari con le linee genetiche esistenti  in natura e estinte che sono più adatte alle sfide che ci attendono con il riscaldamento globale, e le risposte potrebbero essere proprio in queste sementi raccolte in momenti specifici nel tempo, perchè il passato potrebbe benissimo contenere la chiave del nostro futuro.

Fonti CNN ABC foto ICARDA


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