Primo: tutti noi abbiamo bisogno di andare là fuori, nella foresta. Dobbiamo ristabilire l’impegno locale nelle nostre foreste. Oggi la maggior parte delle nostre foreste viene gestita utilizzando un approccio universale, ma una gestione efficace richiede la conoscenza delle condizioni locali.
Secondo: dobbiamo salvare le nostre foreste antiche. Queste sono depositarie di geni, alberi madre e reti micorriziche. Questo implica che dobbiamo tagliare di meno. Non intendo dire che bisogna abolire il taglio, ma che va limitato.
Terzo: quando tagliamo, dobbiamo salvare il lascito di questi alberi, gli alberi madre e le reti, il legno, i geni, in modo che possano trasmettere la loro saggezza alle successive generazioni di alberi, cosicché questi possano far fronte agli stress futuri. Dobbiamo pensare nell’ottica della salvaguardia.
Infine, quarto e ultimo: dobbiamo rigenerare le nostre foreste con una diversità di specie, di genotipi e strutture piantando e permettendo la rigenerazione naturale. Dobbiamo dare a Madre Natura gli strumenti di cui ha bisogno per utilizzare la propria intelligenza e capacità di auto-guarigione. E dobbiamo ricordare che le foreste non sono solo un insieme di alberi che competono tra di loro, sono dei collaboratori sensazionali.
Questi sono i consigli che Suzanne Simard ci lascia perché le foreste ricordano le nostre comunità sociali e le nostre famiglie e attraverso un dialogo reciproco aumentano la resilienza dell’intera comunità.
Le foreste non sono semplicemente un insieme di alberi, sono sistemi complessi con centinaia di alberi hub e reti che si sovrappongono, connettono gli alberi permettono loro di comunicare, e spianano la strada all’adattamento e al feedback, e questo rende la foresta resiliente. Questo perché ci sono molti alberi hub e molte reti che si sovrappongono. Ma sono anche vulnerabili, non solo ai disturbi di origine naturale, come i coleotteri della corteccia che attaccano gli alberi più vecchi, ma anche al disboscamento a fini commerciali. Potete prelevare uno o due alberi hub, ma c’è un limite perché gli alberi hub sono come dei perni in un aeroplano. Potete prenderne uno o due e l’aeroplano continuerà a volare, ma se ne prendete troppi o se prendete quello che tiene le ali al suo posto, l’intero sistema crolla.
Se ascoltate interamente il Ted Talk di Suzanne Simard cambierete anche voi il modo di percepire le foreste e sarà un bene per tutti noi.
Se la foto, tratta dal video precedente, della rappresentazione di una foresta come una rete fatta di nodi e connessioni vi ha intrigato potete approfondire guardando questa sua lezione proprio su questi temi.
rosasolito
Meraviglioso. Grazie