E’ dietro i dettagli che si nascondono le strutture e quando diventano paradigmatiche non ci accorgiamo più che cosa sottintendono e ci sembrano l’unica realtà possibile.
Il tratto saliente del biglietto ATM Milano del 1982 è il tempo. Trovate quanto dura, 70 minuti, e l’unica parte dinamica è la stampigliatura dell’ora in cui avete preso il primo mezzo. Ve lo ricorderete sicuramente: il controllore vi avrebbe multato se vi avesse trovato su un mezzo dopo 70 minuti dalla convalida. In metropolitana vi veniva apposto un’altro timbro e la garanzia che non la prendeste due volte veniva certificata dal fatto che la stampigliatura avveniva nello stesso posto creando un pasticcio che denunciava il vostro errore.
L’altro elemento è per cosa l’avete comprato. Le linee urbane. Quindi quando dovete prendere un mezzo dovete prima acquistare un titolo che vi autorizza a prendere quel mezzo e per quanto tempo ci potete stare sopra. Se lo fate tutti i giorni è semplice ma se dovete girare per un paese che non conoscete e volete utilizzare ecologicamente i mezzi pubblici dovrete sempre individuare dove comprare i biglietto e sapere quale biglietto si confà alle vostre esigenze. Vi sembrano dettagli ma sono delle notevoli barriere all’utilizzo naturale dei mezzi visto che dovete conoscerle prima di averne fatto esperienza.

A distanza di quasi quarant’anni non è cambiato molto. I biglietti hanno una banda magnetica che riporta l’ora di ingresso e le macchinette riescono a controllare se non avete già utilizzato il credito, verificando anche ad esempio i carnet o gli abbonamenti, ed eventualmente, come accade in metropolitana, se avete superato il limite orario, impedendovi di uscire se vi dovesse accadere.
Il meccanismo di base è sempre legato al fatto che voi compriate un titolo per quello che volete fare e il controllo avviene incrociando questo vostro diritto e se avete rispettato il limite temporale. Che lo faccia un controllore o una macchinetta non cambia molto, visto che voi dovete conoscere a priori quanto credito dovete comprare e in funzione di questo quanto tempo avrete diritto di utilizzare i mezzi.
Tutto questo nonostante che nel 2019 a Milano è cambiato il sistema tariffario integrando in un unico sistema omogeneo un’area vasta come il video vi mostra. Ma se guardate il biglietto troverete sempre per quali aree è valido e per quanto tempo vale. Il grosso numero sulla sinistra indica infatti i multipli di 15 minuti che state comprando e che dovete aggiungere alla base di 75 minuti.

Il nuovo Sistema Tariffario Integrato del Bacino di Mobilità, lo STIBM, integra comuni in provincie diverse e mezzi diversi, sia treno che autotramvie, appartenenti ad aziende diverse. E’ un vero salto di qualità, che supera quanto accennato con il SITAM, perché con un biglietto passo da mezzi diversi in maniera più fluente con però l’unica regola che è all’atto dell’acquisto che decido come devo muovermi.
E non fatevi fuorviare dalla centricità della mappa visto che potete raggiungere da casa vostra, chiaramente se ci sono i mezzi, luoghi tra i più disparati anche senza passare dal centro. Se andate su Agenzia TPL Agenzia del Trasporto Pubblico Locale del bacino della Città Metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia a questo link potrete calcolarvi il biglietto che dovete acquistare per andare da un luogo all’altro e se guardate l’immagine qui sotto potete rimanere sulla parte esterna della circonferenza (MI4-MI7) e la tariffa è proporzionale alle zone che dovete coprire. Non ho verificato se il percorso che i mezzi faranno siano effettivamente nelle aree dichiarate o se non sconfinano realmente in altre zone passandovi magari un giorno perché una strada è stata chiusa per manutenzione.

L’introduzione dello STIMB è stato sicuramente un grande salto di qualità ma quando venne attivato dovette superare l’ostracismo di molti perché la discussione verteva solo sull’aumento del costo del biglietto che a Milano passò da 1,50 a 2 euro. Per indorarci la pillola venne sottolineato l’allungamento della validità da 75 a 90 minuti e l’eliminazione dell’unico passaggio sulla metropolitana. Mettere l’accento su quanto avvenne più o meno un anno fa è importante perché testimonia che normalmente si parla di quello che alle persone interessa e l’universo di discorso viene tagliato mettendo a fuoco le aree rispetto alle persone coinvolte. Io stesso fino ad oggi non mi ero occupato della complessità del tema ed ero solo dispiaciuto dell’aumento che avevo cercato di mitigare comprando qualche biglietto in più ad un euro e cinquanta visto che erano utilizzabili per qualche mese durante la migrazione da un sistema ad un altro.
Nonostante le difficoltà di partenza attualmente Milano è al centro di un area vasta con un sistema innovativo di comunicazione e che le persone apprezzeranno mano a mano che incontreranno il biglietto che gli risolverà il problema specifico. L’apprendimento attraverso il fare è importantissimo e permette di espandere le nostre conoscenze in modo lento e naturale tenendo conto che ogni nodo che aggiungiamo al nostro sapere ci permetterà di aprirci a quello vicino.
Vi dico questo perché è quanto è successo a me. Una breve vacanza in Olanda mi ha fatto conoscere l’OV-chipkaart, abbreviazione dell’olandese openbaar vervoer chipkaart, che significa “carta a chip per il trasporto pubblico”. Anche se non ci pensate più, prima incontri il biglietto e poi il mezzo pubblico. Quindi la nostra interazione con un sistema di trasporti è sempre mediata da una protesi, il biglietto.

Ma i biglietti sono mediati dalle nostre abitudini mentali e noi da milanesi, appena atterrati ad Amsterdam dovendo andare a Leiden, abbiamo comprato alle macchinette, della stazione dei treni in aeroporto, un biglietto per dove dovevamo andare. E manco farlo apposta abbiamo dovuto timbrarlo e quindi ci sembrava di essere a casa. E’ vero è per un treno e non per un tram ma ha una destinazione e un orario e quindi per noi era del tutto congruente con le abitudini che avevamo assimilato dal lontano 1982. D’altro canto i treni in Italia prevedono o i biglietti per uno specifico treno che puoi avere anche su un cellulare, visto che valgono solo per quello, o i biglietti che devi convalidare per il giorno che usi. Ancora il tempo, più come inizio che come durata, come elemento del sistema di trasporto.

Ma appena superata la barriera all’uscita della stazione dei treni ecco la doccia fredda. La figlia si presenta con la tessera che vedete. Papà qua si gira con questa. E ci avviamo a prendere l’autobus. Devi timbrarla quando sali, ha già il credito caricato, ma ricordati di timbrarla quando scendi, altrimenti anziché pagare la corsa meno di 1,50 la pagherai 4 euro.

Niente più orari? Niente più timbrature. E’ così anche con Ricaricami ATM quindi dove sono le differenze?

Ce lo dice la campagna di lancio dell’ATM stessa. RicaricaMi è un portafoglio che può contenere tutti i biglietti che posso comprare anche in carta per cui l’elettronica diventa ecologica nel farci risparmiare alberi, ma non poteva essere altrimenti per cui, date e tipi di biglietti, tutto come abbiamo descritto prima.

Non essendo questo un trattato sui due sistemi di trasporto evito di avventurarmi in domande a cui possono rispondere gli esperti dei sistemi. Non domandatemi dunque se su Ricaricami posso contemporaneamente avere biglietti con tratte M1-M5 e M4-M5 e quale biglietto verrà utilizzato se salgo in una stazione della fascia M4 ma voglio andare ad una M1 e viceversa se salgo su M4 e voglio andare su M5… Ci sarà sicuramente un regolamento che lo spiega e le macchinette mi diranno che cosa posso fare ma lo ripeto non fa parte di questo articolo e spero che qualsiasi imprecisione da parte mia non venga vista come una critica o una mancanza di rispetto.

Tornando in Olanda, da wikipedia a proposito della OV-chipkaart, apprendiamo che questa è sostanzialmente diversa da RicaricaMi. In realtà contiene solo credito che viene impegnato quando saliamo su un mezzo e avviciniamo la tessera al rilevatore. E’ una cauzione, che varia a seconda se sto salendo su un bus o un treno, che mi viene riaccreditata quando passo dal cancello di uscita o timbro l’uscita su un autobus dove avviene il vero e proprio addebito della corsa in funzione della distanza percorsa. E si, il sistema è un pay as you go, ovvero la tariffa pagata è proporzionale alla distanza percorsa o al numero di zone attraversate.

Quindi due carte elettroniche che interfacciano sistemi completamente diversi. Niente più tempo ma distanze ma soprattutto niente più conoscere a priori quale tipo di biglietto devo comprare. Questo secondo elemento è chiave perché con la stessa tessera, avendo credito, posso salire e scendere da qualsiasi mezzo, treno o bus, di qualsiasi città, di qualsiasi compagnia di trasporti, che ha aderito alla convenzione e da quando ho capito questo è vero per tutta l’Olanda.

Visto che siamo in una comunità di cibo forse è meglio trarre qualche conclusione da questo lungo volo d’uccello, quindi volutamente poco approfondito, su due sistemi di trasporto pubblici di area vasta come quello del bacino della Città Metropolitana di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia e dell’Olanda.

La prima cosa è che le abitudini sono così profondamente introiettate che non ci permettono di vedere differenze macroscopiche tra cose che ci aspettiamo essere uguali. Lo sanno così bene quelli che costruiscono i sistemi che ci mettono a disposizione situazioni che rispondono alle nostre aspettative nascondendo quelle differenze che ci impedirebbero di utilizzare il servizio. L’abbiamo visto con il biglietto comprato a Schiphol. E’ del tutto uguale ai nostri. E’ nel nostro vissuto che si paghi in funzione del fatto che io vado da Milano a Roma per cui indipendentemente da come è basato il sistema di trasporti, tempo o distanza, mi verrà sempre proposto compra un biglietto dalla stazione A alla stazione B. L’interfaccia corrisponde ai nostri sistemi di biglietteria automatici magari più a quelli dei treni che quelle delle metrò ma nonostante che il sistema si basa su un consumo a distanza io posso cercare a priori il biglietto che voglio e probabilmente lo pagherò a distanza.

La realtà viene percepita attraverso delle protesi che funzionano come interfacce in grado di farcene capire il funzionamento. I biglietti sono l’interfaccia ad un sistema di trasporti che è molto più complesso dalla disponibilità di un mezzo di trasporto. L’organizzazione di questo potrà essere fruita tramite l’uso di una componente pratica come il biglietto che ingloberà nelle sue modalità di erogazione le caratteristiche del sistema intero.

Non è necessario che comprenda il sistema nella sua interezza per poterlo usare. Se le pratiche sono intelligenti mi permetteranno piano piano di scoprirlo nella interezza.

Sistemi così grandi servono a costruire comunità perché alla fine ne forniscono gli usi e i costumi e in fondo il modo di pensare. Questo d’altro canto è una fonte di energie per includere quelli che vengono da fuori. La figlia che si presenta al padre con la tessera e due indicazioni.

Se si ragiona per strutture si possono generare sistemi alternativi. Riconoscere un’abitudine come uno specifico modello e non come la realtà è il primo passo per poter creare realtà alternative o meglio per creare modelli alternativi di soluzione allo stesso problema.

Non è detto che la rappresentazione che viene fatta di un sistema coincida su come è fatto e non è detto che questa permanga nel tempo. Ne è un bell’esempio l’impressione di circolarità di STIMB, una rappresentazione spaziale che evoca un sistema di tariffazione a tempo. I biglietti del treno all’arrivo in Olanda, giocando sulle mie aspettative, proiettavano sullo schermo la rappresentazione di un sistema di trasporti che è svanita nel nulla quando mi hanno consegnato le OV-chipkaart.

In OV-chipkaart secondo voi è possibile comprare con molto in anticipo un treno o un aereo per strappare il prezzo migliore del biglietto? Per le ragioni prima dette non posso essere assertivo ma penso che sia impossibile. Conoscendo molto bene l’obiezione sul mantra della libera concorrenza, che ha permesso la nascita delle compagnie low-cost, questa domanda getterà un ombra sugli elementi positivi che me lo hanno fatto apprezzare e che ho cercato di trasmettervi.
La spontaneità del sorgere di queste obiezioni mi fa pensare che la concorrenza sul prezzo è in realtà la protesi con la quale ci stiamo interfacciando in modo efficace ad una struttura paradigmatica. Le lezioni sono quotidiane e possono vertere sulla continua comparazione dei prezzi o sulla esposizione al ricevere messaggi che ci dicono quando qualcosa diventa più conveniente di un attimo prima. Che sia un grande gioco lo evidenzia il fatto che le nostre scelte dovrebbero far rimanere in vita il più efficiente, ma questo accade in un ecosistema omeostatico dove ci siamo anche noi che, stiamo giocando per vincere nel virtuale rimanendo protagonisti nel reale, senza conoscere le relazioni che esistono tra le nostre azioni fatte nei due mondi.
Riconoscere i paradigmi in quanto tali e potersi dotare di attrezzi per farne una critica, che è costruttiva nella misura in cui possiamo proporre altri paradigmi, è quanto ci eravamo proposti di evocare con queste poche righe.
La comparazione tra STIMB e OV-chipkaart sembra esserci riuscita portandoci a costruire questo mini e incompleto glossario.
Proviamo ad utilizzarlo per comprendere come è fatto il nostro sistema agroindustriale? Io ci tenterò e spero di proporvelo al più presto.
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