La stagione del Coronavirus

Pochi giorni fa il mio amico Angelo Sofo mi ha inviato un’immagine ancora più tenera delle due caprette che vedete in foto. Sono appena nate all’Orto Sociale di Cesate.

Dopo l’excursus sui sistemi di trasporto olandese e milanese e quello appena precedente sui Mercati contadini al tempo del Covid-19 avrete intuito che non amo commuovere le persone con l’uso di immagini di animali o viceversa farle arrabbiare evocandone la fine che potrebbero fare vista la vicinanza di Pasqua.

Caprette Orto Sociale di Cesate

Ma questa immagine, proprio per gli elementi negativi o positivi che evoca in ciascuno di voi, riassume simbolicamente un concetto: quegli animali e il latte, che la madre ha ripreso a fare dopo l’asciutta, sono il reddito odierno per l’agricoltore che l’ha allevata.

Quando parliamo di mangiare i prodotti di stagione stiamo implicitamente dicendo che vogliamo garantire il reddito quotidiano all’agricoltore. Passata Pasqua, ci scusino ancora i vegani, la capretta non ha più il valore di mercato per il quale l’agricoltore l’aveva riprodotta e quindi il suo reddito va in fumo. E’ così anche per l’insalata dell’orto. Il raccolto è di oggi e mi da’ da mangiare adesso. Quello di domani servirà domani e così via: se butto via il raccolto di stagione non ho alcuna possibilità di recuperare il reddito che mi aspettavo da quello.

Tenetelo ben presente quando decidete dove comprare il vostro cibo quotidiano.

La Chiusura Temporanea della Bottega Virtuale di Campi Aperti

Come vi avevo raccontato in Mercati contadini al tempo del Covid-19 ci sono molti agricoltori che, per ovviare alla chiusura dei mercati contadini, si sono organizzati con le consegne a domicilio. I Gas hanno fatto lo stesso. Campi Aperti, qualche giorno dopo la scrittura dell’articolo, ha aperto la sua Bottega Virtuale ma ieri, primo giorno di primavera alle ore 20 risulta essere chiusa. Avevo avvertito che, la sostituzione dei mercati con la tecnologia, non è qualcosa che si possa inventare su due piedi. Ci vuole tempo ma soprattutto l’interesse di noi consumatori ad accompagnare questi processi, visto che adesso abbiamo capito cosa vuol dire mangiare prodotti di stagione. Mi raccomando salvate il link della Bottega Virtuale di Campi Aperti e precipitatevi a comprare appena ripartono. Nell’attesa verificate se Agrispesa o Zolle, piattaforme online molto sensibili ai temi che stiamo trattando, non consegnano nelle vostre zone!!!!

Non c'è buon cibo senza i contadini

Così sarò costretto a buttar via il latte

A ribadire il rispetto della stagionalità come elemento discriminante per la sopravvivenza dei contadini riportiamo in parte questo articolo comparso un pò di giorni fa su Il Resto del Carlino.

“La chiusura dei mercati contadini non ha senso. E per noi è un disastro totale. Prenderemo i bidoni di latte e li verseremo davanti al municipio di Bologna.” E’ esasperato e non usa giri di parole Marco Feltrin, il più grande allevatore di capre della Valsamoggia, nel commentare il provvedimento col quale il Comune di Bologna ha deciso di chiudere anche i mercati contadini: gli spazi dove gli agricoltori e gli allevatori biologici del bolognese potevano fare la vendita diretta al pubblico dei loro prodotti. “Non capisco che differenza c’è tra venire a fare la spesa da noi e andare in un supermercato. Siamo all’aperto sono tutti i perimetri controllabili e se il problema è il numero è il numero basta contingentare ingressi. Ma chiudere così è demenziale. Cosa vogliono che tutti vadano alla coop?”…..

Marco Feltrin – Fattoria i Piani

Ma se i mercati contadini chiudono, i 300 e passa litri latte di capra che vengono munti ogni giorno dal centinaio di capra camosciate delle Alpi non potranno più essere usati per fornire alimenti freschi, proprio per la chiusura del principale canale distributivo, in rapporto diretto produttore-consumatore. Per l’allevamento e l’azienda di San Prospero dove oltre al titolare e alla moglie Sandrine, lavorano altri tre dipendenti sarebbe un colpo difficile da sopportare. “Oltre al fatto che in tempi come questi avere un’alimentazione sana è un principio di benessere importante, va considerata che così si mettono in crisi tante aziende agricole e preziosi artigiani del cibo. Metteremo pure in cassa integrazione i dipendenti, ma non si risolve nulla. Chi si occuperà delle capre? Non si mettono in quarantena, mangiano, bevono e fanno latte tutti giorni. Spero proprio che il comune di Bologna ci ripensi “.

Riaprire i mercati contadini

Ieri, a tarda notte Conte, il presidente del consiglio, ha annunciato la chiusura di tutte le attività non essenziali tranne alimentari e farmacie. Di fronte al dolore, che 5986 nuovi contagiati e 625 morti hanno provocato nei loro cari e in noi tutti, bisogna ponderare bene quello che viene detto ma, guardando le immagini delle lunghe code davanti ai supermercati, ci sembra giusto portare alla vostra attenzione, la richiesta dell’Associazione Rurale Italiana di riconsiderare la riapertura dei mercati contadini, opportunamente adeguati per rispettare le norme vigenti. Sono all’aperto e ARI non vede perché, le file tra le bancarelle, opportunamente organizzate, magari utilizzando aree molto più ampie di quelle abituali, dovrebbero essere meno sicure delle lunghe file a cui si stanno sottoponendo le persone fuori dai supermercati milanesi.

Covid-19 Code Supermercati di Milano
Code fuori supermercati milanesi ai tempi del Coronavirus

La chiusura dei mercati contadini è stata disposta dai Comuni per ridurre il rischio di contagio da coronavirus. Tuttavia, sottolinea ARI, questi provvedimenti restrittivi superano il dettato del Dpcm 11.3.20, visto che il produttore agricolo vende esclusivamente generi alimentari.

La chiusura di questi mercati ha effetti dannosi sull’aspetto sanitario ed economico del paese

a) Sanitario perché obbliga fattualmente i consumatori a recarsi tutti negli stessi luoghi chiusi per approvvigionarsi di alimenti aumentando il rischio di contagio quando la misura restrittiva posta in atto vorrebbe avere un valore di contenimento dello stesso.

b) Economico perché impedisce ai produttori agricoli di mettere in atto l’unica azione che gli consente di avere un reddito svolto a fronte del lavoro svolto proprio mentre la stagione agricola sta entrando nel suo periodo più produttivo.

Le misure precauzionali nei mercati

Organizzando le piazze mettendo i banchi a quadrato a distanza di sicurezza l’uno dall’altro chiusa da una transenna, e il “quadrato” deve avere un unico ingresso e un’unica uscita entrambi presidiati con personale che regoli gli ingressi al “quadrato” stesso in base agli stand (2 persone per stand) e gli stand devono effettuare la “vendita” esclusivamente verso il centro del mercato, sia possibile

  • limitare gli accessi al mercato come avviene per la GDO
  • mantenere le distanze di almeno 1 mt tra i clienti,
  • utilizzo di numeri salva-coda per evitare assembramenti tra le persone
  • L’utilizzo di guanti e altri presidi (mascherine) per evitare il contatto diretto.

Sulla stessa linea Associazione Rurale Italiana ha richiesto dei chiarimenti al Governo rispetto al decreto Cura Italia.

Mi segnalano sulla stessa lunghezza d’onda che il Il Decreto di contenimento del coronavirus non permette la vendita al dettaglio dei prodotti del settore vivaistico.

“Abbiamo ricevuto segnalazioni – spiega Bussone di Uncem – da molti sindaci, agricoltori e hobbisti l’assurdità di veder vietare in questi giorni, in tante strutture del settore, la vendita di patate da seme, sementi in busta, piantine. Siamo nel pieno inizio della stagione e mi vengono riportate scene assurde, con operatori della filiera che vendono prodotti per l’agricoltura e quelli vivaistici monitorati tutto il giorno dalle Forze dell’ordine. Evitiamo forzature ai Decreti in vigore. Se non si mettono a dimora in questi giorni le patate, quando lo si farà?”.

E aggiunge: “La stagione parte adesso e l’orto-frutto-vivaistica che vende prodotti per il giardinaggio e l’agricoltura, per i campi e gli orti, anche per chi è hobbista e lo fa per passione, deve essere messa pienamente nelle condizioni di operare. Senza se e senza ma. Chi fornisce la filiera agricola e zootecnica deve poter operare sempre, all’ingrosso e al dettaglio.

Nell’attesa che tutto passi teniamoci tutti stretti quello che è più fragile e quello a cui teniamo di più.

MA RESTIAMO INSIEME A VOI!

Nel frattempo la chiusura dei mercati ha stimolato la fantasia degli attori. La necessità aguzza l’ingegno e sulla linea di quanto avevamo raccontato Mercati contadini al tempo del Covid-19 a Como accompagnano la comunicazione della chiusura del mercato con l’elenco dei contatti dei produttori. Il bello slogan “Ma restiamo insieme a voi” echeggia simbolicamente in molte parti d’Italia come abbiamo avuto modo di verificare di persona.

Chiusura Mercato Contadino di Rebbio a Como


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