L’Unione Europea si apre alle sementi delle popolazioni

Il nuovo regolamento UE sul biologico apre una breccia nell’attuale requisito secondo cui le sementi commerciali devono appartenere a varietà distinte, omogenee e stabili. Autorizza la commercializzazione, a partire dal 1° gennaio 2021 e sotto la nuova denominazione di “materiale eterogeneo biologico”, delle sementi diversificate che non costituiscono tali varietà. Da alcuni anni l’Unione Europea sostiene progetti per lo sviluppo di sementi eterogenee sia convenzionali sia biologiche e ha avviato una sperimentazione su larga scala di commercializzazione di queste sementi per alcuni cereali, al fine di definire un testo (atto delegato) che ne specificherà le modalità. Ecco la nostra indagine, in due parti. In primo luogo, su alcuni dei primi risultati agronomici di queste sperimentazioni.

Da diversi anni ormai, molti agricoltori e giardinieri rivendicano la possibilità di commercializzare sementi provenienti da popolazioni eterogenee di piante e in grado di evolversi adattandosi alla diversità e ai cambiamenti costanti delle condizioni di coltivazione. Il legislatore europeo non ha voluto mantenere il termine “popolazione” usato anche da alcuni genetisti e da molti naturalisti o antropologi. Ha scelto il termine “materiale”. Per i sostenitori delle sementi contadine, come Guy Kastler della Confédération paysanne, questo termine “riflette la concezione meccanicistica del vivente da parte di un’industria che considera le piante come materia che può essere manipolata a piacere dall’uomo e non come organismi o esseri viventi con cui l’uomo può interagire e coevolvere”.

Diversi progetti europei recenti [1] hanno mirato o mirano a sviluppare le sementi delle popolazioni, e uno in particolare riguarda la loro commercializzazione [2]. L’appello dei coltivatori biologici in particolare [3], così come dei sostenitori delle sementi contadine [4], riguardante l’interesse dei semi non-DUS (Distinct Uniform and Stable: distinti, omogenei e stabili [5]) [ndt: nel testo francese è DHS: distinct, homogène et stable] e delle sementi delle popolazioni in generale, sta cominciando a dare i suoi frutti?

Per la Commissione, l’uso di materiale eterogeneo può avere dei vantaggi

La Commissione Europea scrive infatti: “l’uso di questo materiale diversificato può avere dei vantaggi, in particolare nella produzione biologica o nell’agricoltura a basso input [ndt: con uso ridotto di fertilizzanti esterni, pesticidi, macchinari, energia e acqua], per ridurre, ad esempio, la diffusione di malattie” [6]. Secondo Véronique Chable, ricercatrice dell’INRAE [7], le attuali varietà omogenee (DUS) non hanno quasi nessuna adattabilità, mentre le popolazioni si evolvono più facilmente in funzione dell’ambiente: “Ad esempio, le piante contadine sono più collaborative con i microrganismi dell’ambiente” [8].

Nel 2015, l’Institut technique de l’agriculture biologique (ITAB) [9], la Confédération Paysanne, l’INRA e un gruppo di agricoltori che producono sementi biologiche (Ubios, cooperativa per la produzione e la commercializzazione di sementi biologiche al 100% [10]) hanno raggiunto un accordo con il Ministero dell’Agricoltura [11] e il Geves (Groupe d’étude et de contrôle des variétés et des semences [12]), per il lancio di appezzamenti sperimentali di due popolazioni di grano (vedi box sotto) creati durante un precedente progetto europeo sulla creazione varietale in agricoltura biologica [13].

L’origine delle due popolazioni di grano

Le due popolazioni di grano erano CCP YQ dell’Organic research center (ORC), costituita da 10 genitori; e Megamix di Inra du Moulon, da 80 genitori (CCP, composite cross populations: popolazioni composite incrociate, [14]). Il progetto CCP consisteva nel “creare e ampliare due popolazioni geneticamente diversificate con due metodi di selezione, a partire dagli stessi genitori (popolazioni), al fine di confrontare le due strutture in termini di potenzialità agronomiche e di evoluzione della diversità nel corso del tempo” [15].

I primi risultati a livello tecnico [16] mostrano differenze tra le due popolazioni testate: la popolazione di Megamix è utile come punto di partenza per la selezione nelle aziende agricole (ma non a breve termine in quanto la sua resa e le sue qualità di cottura sono mediocri). D’altra parte, la popolazione CCP YQ è “pronta all’uso”, con qualità “vicine a quelle di una varietà pura”, dice Maddalena Moretti, tecnico di Ubios e di Bio in Normandia [17], e ha l’ulteriore vantaggio di essere più resiliente grazie alla sua diversità genetica. Forte di questi risultati incoraggianti, Ubios ha lavorato con l’INRA per produrre tre nuove popolazioni CCP: due nel 2018 [18] e una [19] nel 2019.

Nel 2017, la Commissione ha finanziato un altro progetto europeo, Liveseed [20], per sviluppare le sementi e la selezione biologica in Europa. Nel prossimo futuro Inf’OGM non mancherà di condividere i suoi risultati con i lettori. Nel frattempo, vi invitiamo a leggere la seconda parte della nostra indagine, sull’elaborazione del testo (atto delegato) che servirà a precisare il famoso “materiale eterogeneo biologico ” [21].

Traduzione dal francese di Vittorio Bica dell’articolo L’Union européenne s’ouvre aux semences de populations di Frédéric PRAT
2 marzo 2020

[1] Farm Seed Opportunities, Solibam (voir les principaux résultats dans Alter Agri n°130, mars-avril 2015), Diversifood, Cobra, Liveseed…

[2] Décision 2014/150/UE du 18 mars 2014 « relative  à l’organisation d’une expérience temporaire impliquant l’octroi de  certaines dérogations en vue de la commercialisation de populations des  espèces végétales blé, orge, avoine et maïs conformément à la directive  66/402/CEE du Conseil  », voir Inf’OGM, « Les bios pourront bientôt semer des semences de populations », Frédéric PRAT,  2 March 2020 pour l’élaboration des critères de commercialisation.

[3Inf’OGM, « Semences bio : comment renforcer leur disponibilité ? », Frédéric PRAT, 19 août 2014

[4http://www.farmseed.eu/Farm_Seed_Opportunities/home.html

[5Inf’OGM, « Qu’est-ce qu’une variété distincte, homogène et stable ? », Inf’OGM, 30 mars 2017

[6] Dans l’argumentaire de la Décision 2014/150/UE du 18 mars 2014.

[7] Inrae : résultat de la fusion de l’Inra avec l’Irstea.

[8Le Paysan Breton, https://www.paysan-breton.fr/2020/01/ressemer-la-diversite/

[9] Jean-Pierre Bouchet, l’un des acteurs paysans, témoigne : « c’est en effet grâce à l’Itab, qui avait préparé le terrain de la commercialisation de populations, que l’appel à candidature pour l’expérimentation de commercialisation de matériel hétérogène biologique (MHB) a pu être rédigé ».

[10] Ubios est la marque commerciale de UBS (Union Bio Semences), union de coopératives qui produit, certifie et commercialise des semences 100 % bio.

[11] Le ministère de l’Agriculture avait lancé le 20 avril 2015 un “Appel à participation pour une expérimentation temporaire de commercialisation de semences de populations d’avoine, avoine rude, orge, blé tendre, blé dur, épeautre et maïs“, suite à la Décision européenne 2014/150/UE du 18 mars 2014.

[12] Geves : groupement d’intérêt public officiel assurant l’expertise sur les nouvelles variétés végétales et l’analyse de la qualité des semences.

[13] « Action d’Accompagnement “Eranet CoreOrganic II – projet COBRA” – Compte-rendu final du projet  », 2012-2016, Itab.

[14Inf’OGM, « Semences : définitions, lois et marché mondial », Inf’OGM, 11 septembre 2019

[15] cf. note 13.

[16Campagnes 2015-2016, synthèse des essais en grande culture bio

[17] Association de développement de l’agriculture bio en Normandie.

[18] À partir de six populations.

[19] À partir de cinq variétés lignées pures et une population.

[20https://www.liveseed.eu/wp-content/uploads/2018/02/LIVESEED_italian_leaflet.pdf

[21Inf’OGM, « Les bios pourront bientôt semer des semences de populations », Frédéric PRAT, 2 mars 2020


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